“La mamma non si tocca”, gli studenti del Severi di Gioia Tauro incontrano il Procuratore Di Palma
Alunni, docenti e relatori insieme per sensibilizzare e fornire strumenti contro le relazioni tossiche e la violenza
Si è tenuto martedì scorso, presso l’auditorium “Nicholas Green” dell’Istituto “F. Severi”, l’ultimo incontro di sensibilizzazione contro la violenza di genere, un percorso fortemente voluto dal dirigente scolastico, prof. Fortunato Praticò, e dalla referente per l’insegnamento dell’Educazione civica, prof.ssa Domenica Velardo.
«L’obiettivo – ha affermato il dirigente – è quello di fornire ai giovani studenti dell’Istituto gli strumenti per poter cogliere i segnali di una relazione tossica ed essere cittadini consapevoli e responsabili delle proprie scelte».
A partecipare al dialogo con i relatori sono stati gli alunni delle classi terze. A introdurre e coordinare i lavori, la prof.ssa Anna Maria Stanganelli, Garante della salute della Regione Calabria, che ha sottolineato come la violenza di genere nel contesto familiare sia un fenomeno largamente diffuso, con i figli a pagarne le conseguenze maggiori. Da qui il titolo del convegno, “La mamma non si tocca”.
«Proporrò alle aziende sanitarie e ospedaliere della regione – ha annunciato la Garante Stanganelli – l’individuazione di percorsi di presa in carico dei minori testimoni di violenza e delle loro madri presso le Pediatrie calabresi che, operando in sinergia con la rete dei servizi territoriali e sociali, con le Procure territorialmente competenti, possano supportarli dal punto di vista legale, sociale e psicologico».
Un tema spesso sottovalutato e di cui non si parla abbastanza.
Toccante e sentita è stata la testimonianza di Elisabeth Rosanò, che aveva solo sei anni quando il padre ha ucciso la madre davanti ai suoi occhi. Un’immagine indelebile che il tempo non è riuscito a cancellare. «A sei anni mi sono sentita abbandonata dallo Stato, ero come una pallina sballottata da una famiglia all’altra, i servizi sociali mi ripudiavano dicendo che ero una bambina problematica, fino a quando non sono stata adottata».
Elisabeth, oggi giovane donna di 26 anni, ha dedicato la sua tesi di laurea alla madre, trasformando un incubo in una battaglia contro la violenza sulle donne.
Un dramma comune a tante giovani vite, «doppiamente orfani, perché hanno perso la loro madre e orfani perché hanno perso anche il loro padre», ha sottolineato il procuratore Di Palma, che ha evidenziato come le violenze domestiche abbiano un impatto devastante sui minori, costretti a essere spettatori della violenza contro la loro madre.
Il procuratore ha descritto una realtà dura: bambini e ragazzi trattati come pacchi postali, sballottati tra case famiglia e famiglie affidatarie, spesso senza una vera stabilità emotiva.
Il suo intervento ha spaziato su più fronti, rispondendo alle domande e alle curiosità degli studenti, coinvolgendoli in un dibattito costruttivo.
Infine, un invito ai giovani a non rinchiudersi in sé stessi, a parlare, a prestare attenzione ai compagni e agli amici che potrebbero avere bisogno di supporto. Un appello anche ai genitori: ascoltate i vostri figli e non demandate alla scuola il vostro ruolo genitoriale.
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