Scuola, i paradossi della Locride: i casi di Agnana e Camini tra spopolamento e mancanza di servizi
Il sindaco di Agnana Pino Cusato si rivolge ai genitori dei paesini del circondario: «Aiutateci ad avere un futuro». Il paradosso di Camini: «I bimbi ci sono e vorremmo attivare il tempo pieno ma l’Autorità di bacino ci vieta di costruire una mensa»

Di Vincenzo Imperitura – Nella Locride, dove molti paesi contano meno di mille abitanti, l’apertura delle iscrizioni scolastiche per i bimbi che inizieranno a settembre mette in luce gravi contraddizioni. Carenza di servizi e spopolamento emergono prepotentemente. Da un lato, Agnana, un piccolo centro dell’entroterra, combatte per mantenere aperta almeno la scuola primaria. Dall’altro, pochi chilometri più a nord, Camini affronta una sfida diversa: l’abbondanza di bambini, grazie ai progetti di accoglienza attivi da oltre un decennio, che rende difficile soddisfare la crescente domanda di servizi scolastici.
Il caso Agnana
Con poco meno di 450 abitanti e un tasso di natalità da prefisso telefonico, l’amministrazione di Agnana lotta ogni anno per convincere i genitori a iscrivere i propri figli nella scuola primaria locale. Nonostante la perdita di numerosi servizi essenziali, il paese è riuscito a mantenere la scuola adottando il sistema delle multiclassi. Attualmente, sette bambini frequentano l’intero ciclo scolastico, dalla prima alla quinta, in un’unica classe. A settembre, solo due nuovi studenti si aggiungeranno, un numero estremamente ridotto che mette a rischio l’esistenza stessa della scuola. Tuttavia, la distanza di oltre 10 chilometri dal centro più vicino potrebbe preservarla dalla chiusura.
Il sindaco Pino Cusato lancia un appello: «Vi invito a un gesto di grande valore per il nostro territorio: sostenete l’istituzione scuola nella nostra comunità. Vi chiedo di considerare con attenzione la possibilità di iscrivere i vostri bambini nella scuola di Agnana. È un modo per dare forza e futuro al nostro paese, preservando un luogo educativo e formativo vicino a casa». Le sue parole si scontrano però con le difficoltà dei genitori, spesso costretti a portare i propri figli sulla costa, a Siderno, percorrendo circa mezz’ora di strada pericolosa. «Da anni la nostra scuola per l’infanzia è chiusa per mancanza di bambini. Nel 2024 ci sono state solo due nuove nascite, ma sarebbe bello poterla riaprire», aggiunge il sindaco. «La scuola è un presidio che non possiamo permetterci di perdere. Siamo disposti persino a riutilizzare lo scuolabus, attualmente ceduto a Gerace, per andare a prendere i bambini a casa».
Il paradosso Camini
A pochi chilometri di distanza, Camini, con meno di 800 abitanti, vive una situazione opposta. Grazie ai progetti di accoglienza, il paese conta molti bambini: due sezioni nella scuola dell’infanzia ospitano circa 30 piccoli, mentre la scuola primaria ha bisogno di una multiclasse solo per il quarto e quinto anno. «Vorremmo introdurre il tempo pieno», spiega il sindaco Giuseppe Alfarano, «e avevamo ottenuto un finanziamento per costruire una mensa accanto alla scuola. Ma le nuove disposizioni sul rischio idraulico ce lo impediscono. Dopo l’alluvione del 2000 abbiamo fatto molto per sanare il dissesto, ma i nostri sforzi non sono stati considerati. Quasi certamente perderemo il finanziamento e anche l’ipotesi del tempo pieno». La difficoltà non risiede nel numero di bambini, ma nell’assenza di servizi adeguati. «Avremmo i numeri per riaprire le scuole medie, chiuse da quarant’anni, ma non abbiamo più una struttura idonea. La vecchia scuola ospita ora una biblioteca, il centro anziani e un ambulatorio medico».
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