mercoledì,Aprile 30 2025

A Reggio Salvatore Arena è ancora Giuseppe Gulotta, l’uomo al quale lo Stato ha rubato la giovinezza – FOTO e VIDEO

Mana Chuma teatro con "Come un granello di sabbia" torna a raccontare la vicenda umana della vittima di malagiustizia accusata della strage di Alcamo Marina del 1976. Lo spettacolo ha aperto l'incontro promosso dall'ordine degli Avvocati sul tema delle condizioni di vita in carcere

A Reggio Salvatore Arena è ancora Giuseppe Gulotta, l’uomo al quale lo Stato ha rubato la giovinezza – FOTO e VIDEO

«Nessuno potrà più restituirmi i miei 18 anni, i miei 20 anni, le esperienze che un giovane può vivere in quel periodo. Anche se ho avuto un cospicuo indennizzo, contrariamente a quanto ritengono tante persone, nessuna vita potrà essere veramente ripresa da dove è stata interrotta. Il tempo perso non si riavrà mai indietro».

Otto processi e quasi 15 anni per condannare all’ergastolo un innocente. Altri due processi per affermare una verità sull’accaduto che, ancorché parziale, è stata sufficiente per iniziare a riconoscere, dopo averle negate a lungo, libertà e giustizia. Un fallimento profondo del nostro Stato di Diritto. Una ferita che nessun indennizzo, ancorché milionario, potrà mai sanare.

Giuseppe Gulotta fu ritenuto ingiustamente tra i responsabili della strage di Alcamo Marina, località balneare in provincia di Trapani. Fu accusato e condannato per il duplice omicidio dei carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, entrambi in servizio presso la caserma Alkamar, la sera del 27 gennaio 1976.

Arrestato, sottoposto a sevizie all’interno della caserma dei carabinieri di Alcamo. Ammanettato ad un termosifone picchiato con violenza fino a quando non firmò un verbale in cui “ammetteva” la propria colpevolezza.

Dopo un’odissea durata per 36 anni di cui oltre 22 anni di carcere, seppure con i dovuti benefici e permessi per lavorare all’esterno, soltanto nel 2012 in sede di revisione del processo, celebrato proprio presso la corte d’appello di Reggio Calabria, fu assolto. Uno dei casi di malagiustizia italiana più grave ed eclatante. Uno dei tanti misteri irrisolti del nostro Paese che stritola innocenti in meccanismi perversi, oscuri e inconfessabili.

Giuseppe Gulotta, che oggi presiede una fondazione nata per sensibilizzare sulla condizione dei detenuti e per contribuire a prevenire gli errori giudiziari, è stato ospite a Reggio Calabria in occasione dell’iniziativa promossa dalla commissione per la Formazione Penale dell’ordine degli avvocati di Reggio Calabria dal titolo “Come un granello di sabbia. Umanità imprigionate in un ingranaggio imperfetto”, svoltasi questo pomeriggio presso il teatro San Bruno.

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