Villa San Giovanni tra sfide e futuro, il sindaco Caminiti su acqua, Ponte e territorio
Dal rischio idrico alla terza via sul Ponte sullo Stretto: ospite di Buongiorno in Calabria su LaC TV il primo cittadino analizza i problemi e le prospettive della città

di Melania Neri e Silvio Cacciatore – Ospite di Massimo Clausi e Jennifer Stella nella trasmissione “Buongiorno in Calabria” su LaC Tv, il sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, ha affrontato alcune delle questioni più delicate per la città. Durante l’intervista si è parlato di emergenza idrica, gestione dei servizi comunali, criticità legate al Ponte sullo Stretto e conseguenze per il territorio. Tra i temi affrontati, anche il rischio espropri, le preoccupazioni per un possibile spopolamento e la destinazione dei fondi di coesione.
Ogni anno, Villa San Giovanni deve fare i conti con il risparmio imposto dal PEF. «L’acqua e la spazzatura si pagano a tariffa per legge, pesando sulle tasche dei cittadini», spiega il sindaco Giusy Caminiti. «Noi cerchiamo di mantenere standard elevati e migliorare i servizi, ma più aumentano i costi, più diventa difficile garantire equità per i cittadini». L’estate 2024, dichiarata emergenza idrica, è stata affrontata con misure mirate. «Abbiamo reso efficienti i serbatoi con un sistema automatico e aderito alla campagna regionale. Abbiamo rifornito con autobotti solo otto famiglie e razionalizzato l’erogazione con chiusure notturne di quattro ore, garantendo un servizio continuo alla città». Una strategia che ha evitato situazioni critiche, distribuendo equamente il disagio tra la zona costiera e quella collinare.
Villa San Giovanni ha vissuto un decennio difficile, con tre sindaci sospesi, tre commissariamenti e il dissesto finanziario nel 2021. «L’amministrazione era assente e la città si è ritrovata senza guida. Un gruppo di noi ha avviato l’assemblea del PNRR per partecipare ai bandi e far ripartire il territorio. Così è nata la lista civica “Città in Movimento”, che ha ottenuto la fiducia dei cittadini».
Il Ponte sullo Stretto continua a essere un tema centrale per la città. «Non siamo noi ad esserci stancati di parlarne, ma la città che da cinquant’anni vede il tema riaffacciarsi senza certezze», afferma Caminiti. «Abbiamo chiesto un cambio di approccio: basta con la contrapposizione ideologica tra il sì e il no, vogliamo discutere del progetto e delle sue conseguenze reali per la città». L’amministrazione ha presentato osservazioni al Ministero dell’Ambiente, molte delle quali accolte tra le prescrizioni del progetto. «Abbiamo anche fatto ricorso al TAR Lazio per contestare la procedura della valutazione di impatto ambientale». Ad oggi, non esiste una chiara individuazione delle aree di esproprio. «Il Consiglio Comunale ha chiesto al CIPE di sospendere la pubblica utilità fino a quando non ci saranno certezze su cantiere ed espropri».
Tra le principali preoccupazioni dell’amministrazione c’è il rischio spopolamento. «Non vogliamo che Villa San Giovanni diventi una città sacrificata per il Ponte. Oggi si parla di 150 famiglie coinvolte, ma senza un piano chiaro non possiamo sapere quante saranno realmente interessate. Se non gestito bene, il progetto potrebbe svuotare la città, anziché portare sviluppo». Anche la questione dei fondi di coesione si inserisce in questo scenario. «Sono già stati usati per il Ponte, mentre servirebbero per scuole, strade, reti idriche e sanità. Non possiamo accettare che vengano destinati ad altre finalità senza un reale beneficio per il territorio».
Nonostante queste sfide, Villa San Giovanni resta ancorata alla propria identità. Storicamente legata alla produzione del bergamotto, eccellenza della provincia di Reggio Calabria, continua a promuovere il valore delle proprie radici. «Siamo conosciuti come la “piccola Manchester” per la tradizione tessile, ma valorizziamo anche il bergamotto, prodotto simbolo della nostra terra». Un patrimonio da proteggere, mentre la città affronta un futuro carico di incognite ma anche di opportunità.