sabato,Maggio 17 2025

Reggio, un’opera d’arte sacra contemporanea verrà realizzata presso la parrocchia di Archi Carmine

La grande opera sarà firmata da Michele Parisi

Reggio, un’opera d’arte sacra contemporanea verrà realizzata presso la parrocchia di Archi Carmine

Una decisione storica per la città di Reggio Calabria e per il quartiere di Archi Carmine.  La Parrocchia di Maria Santissima del Carmelo in Archi ha ufficialmente concluso il  percorso di discernimento e votazione per la realizzazione di una nuova grande opera  d’arte sacra contemporanea. A risultare vincitore è stato Michele Parisi, artista  trentino di fama nazionale, il cui bozzetto è stato scelto all’unanimità dai tre livelli  previsti nel metodo di selezione: la comunità parrocchiale, la Diocesi e una  commissione di esperti d’arte. Quello che nascerà nel presbiterio della chiesa non è semplicemente un affresco: sarà  un’opera iconografica monumentale (circa 5×10 metri) capace di coniugare  profondità teologica, identità mariana e linguaggio artistico contemporaneo. Si  tratta di un intervento unico nel suo genere in Città, raro in Calabria e raro nel  panorama nazionale, e questo rende il progetto ArchiCarmineLAB una pietra miliare  per il dialogo tra fede e arte.

Un cantiere di spiritualità e bellezza: nasce ArchiCarmineLAB

La scelta dell’opera non è stata un semplice atto estetico, ma il frutto di un vero e  proprio “cantiere spirituale e artistico”, un laboratorio di progettazione partecipata  durato diversi mesi, che ha unito la dimensione pastorale, teologica, liturgica e  culturale. L’idea di realizzare un’opera d’arte sacra nasce da lontano. La Parrocchia di  Archi Carmine, guidata da don Danilo Latella, ha avviato un percorso articolato,  profondo e partecipativo che ha coinvolto tutta la comunità e numerosi esperti in un cantiere d’arte sacra sperimentale chiamato ArchiCarmineLAB. Questo laboratorio, pensato come un cammino di arte, fede e partecipazione – è stato organizzato in sinergia con l’Ufficio dei Beni Culturali e l’Edilizia di Culto della Diocesi di Reggio Calabria-Bova, il Museo Diocesano “Mons. Aurelio Sorrentino” di Reggio  Calabria. A guidare l’approccio è stato padre Andrea Dall’Asta, gesuita, architetto, teologo e direttore della Galleria San Fedele di Milano, una delle voci più autorevoli in Italia nel campo dell’arte sacra contemporanea. Il suo coinvolgimento è stato centrale:  attraverso conferenze pubbliche, incontri formativi e laboratori, ha aiutato la  comunità a comprendere che l’arte non è solo decorazione, ma luogo teologico e  veicolo di rivelazione spirituale.

Un progetto articolato e fondato su tre pilastri: la bellezza, la partecipazione e la fede.  Non si è trattato di scegliere “un quadro da mettere dietro l’altare”, ma di dar vita a un  vero segno ecclesiale, frutto del cammino condiviso di una Chiesa che ascolta, discerne e agisce insieme. Fin dall’inizio si è scelto di camminare insieme: la parrocchia non è stata spettatrice, ma protagonista attiva. I fedeli sono stati coinvolti in momenti formativi, laboratori, incontri di ascolto, catechesi, riflessioni comunitarie.  Sono arrivati decine di bozzetti da parte dei due artisti in concorso per poi arrivare a 2 bozzetti definitivi, valutati prima da una commissione tecnica e poi dalla comunità, attraverso un processo trasparente e rispettoso. Un momento fondamentale è stata la consultazione pubblica che ha coinvolto centinaia di persone, sia parrocchia con la votazione ufficiale, sia online, grazie a un sondaggio diffuso anche tra coloro che vivono fuori sede, ma restano legati alla comunità. Determinante è stato il contributo di professionisti e istituzioni culturali: oltre a padre Dall’Asta, hanno accompagnato il cammino la dottoressa Maria Chiara Cardini, critica d’arte, e il dottoressa Lucia Lojacono direttrice del Museo Diocesano, e don Domenico Rodà vice direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali e l’Edilizia di Culto della Diocesi di Reggio Calabria-Bova.Grazie a loro, è stato possibile collocare il progetto non come “esperimento locale”, ma come esperienza di alto livello artistico e teologico, che oggi può entrare a pieno titolo tra le eccellenze italiane di arte sacra contemporanea.

Due artisti, due visioni: la scelta tra i bozzetti

Dopo mesi di riflessione e accompagnamento, il progetto è entrato nella sua fase decisiva. Sono stati selezionati due artisti, Michele Parisi e Davide Corona, a cui è stato chiesto di realizzare un bozzetto in dialogo con i temi mariani, lo spazio liturgico e la spiritualità della comunità.

I due bozzetti sono stati presentati ufficialmente in una conferenza stampa aperta alla città, alla presenza della commissione sopra citata.

Un discernimento a tre livelli

La fase successiva ha visto il coinvolgimento diretto della comunità attraverso una votazione strutturata su tre livelli, per garantire un processo autenticamente sinodale:

1. Voto della comunità: ogni parrocchiano ha potuto esprimere la propria preferenza in un’urna collocata in chiesa, in un clima di ascolto e preghiera.

2. Voto della Diocesi: espresso dalla Direzione dell’Ufficio Beni Culturali e dalla Commissione Arte Sacra (don Domenico Rodà e la dott.ssa Lucia Lojacono).

3. Voto degli esperti d’arte: affidato a p. Andrea Dall’Asta e a Chiara Cardini.

In caso di pareri discordanti all’interno della stessa categoria (p. es. tra i due esperti),  era previsto un punto per ciascun bozzetto. Ma non è stato necessario: tutti e tre i voti hanno espresso preferenza per il bozzetto di Parisi.

Michele Parisi: tra luce, tempo e spiritualità

Nato a Riva del Garda nel 1983, Michele Parisi è noto per una produzione artistica che unisce fotografia, pittura e riflessione esistenziale. Le sue opere sono sospese tra memoria e visione, evocano spazi sacri e atmosfere contemplative. Ha esposto in gallerie prestigiose in Italia (Trento, Milano, Bolzano) e all’estero (Kiel e Innsbruck) e ha maturato un linguaggio poetico e delicato, perfettamente in grado di dialogare con lo spazio liturgico.

Il bozzetto presentato per la chiesa di Archi Carmine rappresenta alcuni episodi mariani, in uno stile che parla di silenzio, attesa, bellezza e mistero. L’immagine, pensata per diventare parte integrante della liturgia, non illustra semplicemente, ma accompagna la preghiera e genera stupore.

Un’opera per tutta la città

La realizzazione dell’opera sarà un’opera non solo per la comunità parrocchiale, ma per tutta la città. A Reggio Calabria non esistono opere di arte sacra contemporanea di questa portata, e in Calabria sono rarissime. Per dimensioni (circa5 metri di altezza per 10 di larghezza), qualità e visione, il progetto rappresenta una pietra miliare nel rinnovamento del linguaggio sacro contemporaneo.Ma non è solo la grandezza fisica dell’opera a colpire: il suo significato profondo sta nella capacità di raccontare i misteri della fede attraverso un linguaggio visivo contemporaneo, accessibile e capace di emozionare. Sarà un’opera che attirerà l’attenzione di studiosi, appassionati, turisti e pellegrini, contribuendo a rendere la chiesa di Archi Carmine centro culturale e spirituale per la città.A rendere ancora più ricco il progetto è stata la scelta di tre grandi temi mariani, individuati grazie all’accompagnamento di padre Andrea Dall’Asta, insieme alla comunità: l’Annunciazione, la Visitazione e la Pentecoste.

L’Annunciazione: Il primo scelto, l’Annunciazione, è il momento in cui Dio entra nella storia dell’uomo attraverso il “sì” di Maria. È un tema iconografico antichissimo, ma sempre attuale. L’interpretazione contemporanea di Parisi, pur nel rispetto della tradizione, ne sottolinea la forza rivoluzionaria: una giovane donna che, nell’ascolto, cambia la storia. Non c’è rassegnazione, ma speranza. Non passività, ma accoglienza coraggiosa.

La Visitazione: Il secondo è la Visitazione: Maria che corre da Elisabetta, due donne che condividono una gioia profonda, ma anche il peso di un mistero più grande. È l’icona della Chiesa che si fa prossima, che visita, che cammina e guarda al futuro. Il bozzetto proposto da Parisi ha interpretato questo incontro come dinamismo, come apertura reciproca, come “chiesa in uscita”, dettagli resi visibili nell’opera di Parisi attraverso l’affaccio sullo Stretto.

La Pentecoste: Infine, la Pentecoste, con Maria al centro della comunità apostolica. una scena che unisce cielo e terra, dono e responsabilità. lo Spirito scende attraverso una cascata d’oro che si riversa sulla Chiesa nascente. Maria non è solo Madre del Signore, ma Madre della Chiesa. La rappresentazione di Parisi enfatizza il movimento, la luce, la diversità, la chiamata di ogni battezzato a diventare protagonista nella storia della salvezza.

Una storia di bellezza che continua

Il progetto ArchiCarmineLAB ha mostrato cosa può accadere quando una comunità sceglie di camminare insieme, intrecciando fede, cultura, arte e partecipazione. L’opera che sarà realizzata non è solo di Michele Parisi: è un’opera corale, nata dall’ascolto dello Spirito, dalle voci della comunità, dalla cura delle istituzioni e dal talento degli artisti. La sua opera sarà realizzata nei prossimi mesi, con un cantiere che coinvolgerà nuovamente la comunità, sia nella preparazione dell’ambiente liturgico che nei momenti spirituali di accompagnamento. Infatti ad opera realizzata si procederà non solo con l’ inaugurazione della stessa opera ma con una solenne celebrazione nella quale il nostro Arcivescovo consacrerà la chiesa. L’opera che sorgerà nel presbiterio della chiesa di Archi Carmine non sarà soltanto un’immagine su parete, ma un segno vivo, un luogo di incontro, un respiro d’eterno nel cuore della città. Sarà memoria del cammino condiviso, specchio del desiderio di una comunità che ha scelto di non restare spettatrice, ma protagonista di un gesto coraggioso, in un tempo che spesso dimentica la bellezza come via di salvezza. ArchiCarmineLAB non si chiude con un voto o con una firma sul bozzetto vincitore. Al contrario: è solo l’inizio. Il cantiere resta aperto, nel cuore e nello spirito di chi continuerà a interrogarsi, a creare, ad amare.

La Chiesa del Carmine di Archi diventerà un luogo dove la bellezza accompagna il cammino di fede, dove l’arte è porta dell’incontro con Dio. Come ha scritto papa Francesco: “Evangelizzare anche con l’arte significa risvegliare il senso del bello nelle persone”.

E a partire da Archi, il bello è tornato a farsi Vangelo. Perché un’opera d’arte sacra non si contempla soltanto: si abita, si vive, si prega. E da oggi, a Reggio Calabria, c’è un luogo in più dove la bellezza sa parlare di Dio.

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