sabato,Maggio 17 2025

Reggio, Castorina: «Questione carceri ed esecuzione penale, il dramma dei liberi sospesi»

«La mancata risposta a questi temi ha la naturale conseguenza di ingolfare le strutture carcerarie »

Reggio, Castorina: «Questione carceri ed esecuzione penale, il dramma dei liberi sospesi»

«L’approvazione nel  Consiglio Comunale di Reggio Calabria della mozione “Letture D’evasione” presentata insieme ai colleghi Versace e Burrone è un spunto di riflessione che si vuole portare avanti sul tema carceri e diritti dei detenuti in attesa di una discussione che necessariamente deve riguardare tutte le istituzioni ed il livello nazionale che ne ha effettiva competenza.

Nel lavoro fatto in Commissione  a Reggio Calabria – scrive in una nota Antonino Castorina – abbiamo ascoltato il Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti ed il Presidente della Camera Penale di Reggio Calabria in un analisi nella quale ci è stato offerto un focus su quello che è lo stato delle cose nelle due strutture carcerarie presenti a Reggio di Calabria ma anche una riflessione sulla popolazione dei liberi sospesi, dell’esecuzione penale e del conseguente imprescindibile ruolo del Tribunale di Sorveglianza.

Oggi il  bilancio delle risorse riservate alla esecuzione penale registra fondi inadeguati e risulta essere il settore giudiziario di gran lunga più inadeguato, per mezzi e personale, al corretto adempimento dei compiti ad esso affidati.

Una riflessione  ed una conseguenza azione ed intervento che andrebbe fatta proprio in ragione dell’elevato numero dei “liberi sospesi”, una popolazione carceraria che spesso rimane anonima ed inascoltata ma che nei fatti è considerevole dentro il carcere.

Si tratta di persone condannate in via definitiva ad una pena detentiva inferiore ai quattro anni, e che perciò in alcuni casi ha la facoltà ed il diritto di chiederne la sospensione, in attesa che il Tribunale di Sorveglianza competente possa decidere.

L’emergenza carceri e ciò che le cronache nazionali hanno raccontato e che l’Europa ha sanzionato passa da una gestione oculata dei “liberi sospesi” e da un potenziamento strutturale dei Tribunali di Sorveglianza in maniera tale da consentire al “sistema Giustizia” di poter operare in modo oculato e razionale rispetto alla funzione rieducativa della detenzione e nell’orizzonte necessario di una nuova fase del condannato.

La mancata risposta a questi temi ha la naturale conseguenza di ingolfare le strutture carcerarie e non dare un orizzonte di vita in tempi certi a chi non vuole rimanere sospeso in eterno».

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