Il coraggio che non brucia: la Calabria al fianco di Ionà per accendere la dignità di una terra che spera
"Il male dell'indifferenza" sarà l'incontro che il 30 aprile unirà un grido collettivo contro la paura ed il diritto di costruire futuro nella nostra terra

Non basta un incendio per piegare una comunità. Non basta la violenza codarda di chi agisce nella notte per spezzare la dignità di chi ogni giorno costruisce, lavora, resiste. A Villa San Giovanni, il rogo che ha distrutto parte dell’attività Calabria Motori e ferito l’imprenditore Emanuele Ionà non ha generato solo indignazione: ha acceso una scintilla, ha dato vita ad una determinazione tutta nuova, una volontà che guarda al collettivo e che non vuole abbassare lo sguardo, per non lasciare spazio alla paura.
Quell’incendio doloso, nella notte, è stato molto più di un semplice atto criminale. È stato un attentato contro un’idea precisa. L’idea che anche in Calabria sia ancora possibile investire onestamente, lavorare, credere nel futuro. Un’idea che Ionà incarna senza retorica, con la semplicità di chi ha risposto all’intimidazione con parole scolpite letteralmente nella roccia. «Ci si inginocchia solo di fronte alla Croce», non davanti ai codardi. Parole che sono la riaffermazione di un codice di valori che in troppi vorrebbero vedere sepolto sotto la cenere della paura.
In questa terra, ogni gesto di violenza mafiosa tenta di disgregare il tessuto sociale, di instillare sfiducia, isolamento, resa. I segni lasciati da anni di intimidazioni, sopraffazioni e silenzi pesano come macigni sulle spalle di chi continua a credere che un’altra Calabria sia possibile. Ma questa volta c’è chi ha scelto di non chiudersi nel silenzio. Ha scelto di reagire. Di trasformare il dolore in un appuntamento collettivo di coraggio e di speranza. Non un gesto estemporaneo, non un’emozione passeggera, ma una costruzione lenta e caparbia di un’identità nuova.
La paura vive e si nutre di solitudine. Ed è proprio contro quella solitudine che la città vuole combattere. Dimostrando che nessuno, qui, sarà lasciato solo. Non chi investe. Non chi lavora onestamente. Non chi difende ogni giorno, con piccoli grandi gesti, il diritto di esistere senza dover abbassare gli occhi. In una regione in cui troppo spesso il coraggio è stato scambiato per incoscienza e la speranza per illusione, l’esempio di Emanuele Ionà si fa strada come una fiaccola accesa nella notte. Una luce che chiede di essere protetta, amplificata, moltiplicata.
Perché questa non è solo la battaglia di un uomo. È la battaglia di tutti quelli che ancora credono che restare sia un atto rivoluzionario. Che costruire impresa, creare lavoro, tenere aperta una saracinesca ogni mattina sia un atto di resistenza civile. Una battaglia che non si può vincere con la paura, né con l’indifferenza. Ma solo con la presenza, con la partecipazione, con quella forza tranquilla e ostinata che nasce dal sentirsi parte di una comunità viva e consapevole.
Comunità che lo ribadirà forte e chiaro mercoledì 30 aprile, quando dalle ore 17.00, presso l’Aula Magna della Scuola Giovanni XXIII, partirà l’incontro promosso dall’Associazione La Tazzina della Legalità, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Villa San Giovanni. Un evento che vuole andare oltre la solidarietà emotiva delle prime ore, oltre la retorica delle dichiarazioni d’intenti.
«Quanto accaduto ad Emanuele Ionà ci ha colpito profondamente – ha scritto Ada Pavone, Vicesindaco e Assessore alla Legalità del Comune di Villa -. L’attentato che ha danneggiato l’attività di un imprenditore che opera nella nostra Città è un atto che ferisce non solo lui, ma tutti noi. Un gesto violento, vile, che cerca di seminare paura proprio dove invece dovrebbero crescere il lavoro, l’onestà ed il coraggio».
Non è più il tempo della retorica, né di quello della diplomazia. È l’ora della presa d’atto di una verità semplice. Perché chi colpisce Ionà, chi colpisce un imprenditore sano, colpisce tutta Villa San Giovanni. Chi brucia un’azienda, tenta di incenerire i sogni di un’intera generazione che lotta ogni giorno per rimanere, per non emigrare, per non arrendersi.
L’incontro del 30 aprile sarà un passaggio fondamentale per affermare un patto civico: tra istituzioni, cittadini, forze dell’ordine, realtà associative e religiose. Sarà l’occasione per dire, una volta per tutte, che Villa San Giovanni è terra di lavoro, di dignità, di legalità. Non di paura. La presenza annunciata di autorità politiche, civili, militari e religiose darà corpo a questo messaggio. Ma, ancora più importante, sarà la presenza dei cittadini a dare forza all’incontro. Perché la legalità non si difende solo con le parole. Si difende con i gesti concreti. Con la partecipazione. Con la scelta, personale e collettiva, di esserci.
In una Calabria troppe volte piegata dagli atti intimidatori, l’appuntamento del 30 aprile, che seguiremo con ilReggino.it e LaC News 24, insieme al nostro network, sarà un seme prezioso. Un gesto che può segnare una differenza. Perché ogni volta che una comunità reagisce, ogni volta che si ritrova per dire “noi siamo dalla parte giusta”, ogni volta che sostiene chi è stato colpito, allora la paura arretra, anche solo di un passo.
Emanuele Ionà, con la sua scelta di resistere, è già un simbolo. Ma ora tocca a Villa San Giovanni ed alla Calabria intera dimostrare di essere all’altezza di questo simbolo. Di essere una terra che non si inginocchia. Di essere una comunità che alza la testa. Tocca a noi tornare in possesso di quello sguardo cristallino, alto e fiero che certi mascalzoni hanno tentato di offuscare.
Serve una dichiarazione d’amore per la propria terra. Un atto di coraggio civile. Un segnale potente che la Calabria migliore è viva, e non ha intenzione di farsi mettere a tacere. Lo faremo il 30 aprile, perché ogni giorno successivo sia sempre come quel mercoledì. Partecipare non è solo un’opzione. È un dovere morale. È un modo per dire che chi ha tentato di spegnere una luce, in realtà ha acceso un incendio di dignità.
La Calabria e la sua gente sana è pronta a dimostrarlo.