“L’argomento a piacere” diventa un festival, Tommaso Labate il suo direttore: «È la più difficile delle domande»
Il giornalista calabrese presenta al reggino.it la kermesse che inizia domani a Roccella Jonica: «Un modo per mettersi a nudo, ma anche per sorprendere». Tra gli ospiti Buffa, Veltroni, Zoro e Marcorè

Un festival dove sono gli ospiti a scegliere l’argomento di cui parlare, senza una cornice tematica definita, ma soprattutto al di là delle cariche, dei ruoli, delle professioni. Tre serate per raccontare le passioni, hobby, e interessi di ospiti del panorama culturale italiano. Il “Festival dell’argomento a piacere”, diretto dal giornalista e voce di Radio2 Tommaso Labate, dopo l’anteprima dell’ottobre scorso debutta domani sul lungomare di Roccella Jonica per tutto il fine settimana, con un programma che darà voce a Federico Buffa, Walter Veltroni, Diego Bianchi (Zoro), Neri Marcorè, Marianna Aprile e Teresa Ciabatti. Saranno gli ospiti a scegliere l’argomento di cui parlare, senza una cornice tematica definita, ma soprattutto al di là delle cariche, dei ruoli, delle professioni. Una tre giorni per raccontare le passioni, hobby, e interessi di volti noti al grande pubblico. «Il guizzo iniziale è stato del sindaco Vittorio Zito – racconta il direttore artistico – il quale un giorno mi disse: “Si fanno tanti festival in Italia, ma nessuno ha mai fatto il più divertente: quello sull’argomento a piacere”. Gli ho risposto che era una bellissima intuizione. Da lì è partito tutto».
Buffa, Veltroni, Marcorè, come sei riuscito a convincerli a venire a Roccella?
«E’ stato un gradissimo lavoro di squadra. Quando tu metti in campo un’idea nuova e buona la possibilità di incuriosire tantissime voci nazionali della cultura e dello spettacolo è facile. A tutti capita spesso di ricevere inviti, come quando ti invitano a cena o una festa, ma più ti colpisce l’originalità, più sei disposto ad andarci. La testimonianza è la grande attenzione del pubblico nel corso dell’anteprima di ottobre e anche della stampa, locale e nazionale».
Quale è stata secondo te la forza del festival?
«Il fatto che fai una cosa che prima non c’era. Le serate funzionano per due motivi: ci vai se ti piace l’ospite, poi fai una valutazione su come quell’argomento viene declinato ed esposto. Tante persone che sono venute ad ascoltare Cottarelli erano incuriosite da come un grande economista parlasse di musica leggera. Ritengo che l’argomento a piacere sia la più difficile delle domande, perché racconta chi sei. Devi scegliere il tuo tema e poi saperlo raccontare. È un modo per mettersi a nudo, ma anche per sorprendere. Noi uniamo due pubblici: chi viene per il personaggio e chi viene per l’argomento. Sulla scelta del tema bisogna fare un’operazione che deve aggirare le banalità. Il calcio, per esempio, è un tema falsamente generalista e vorrei evitare di trattarlo».
Un ospite che ti piacerebbe avere e che sogni di portare a Roccella magari per la prossima edizione
«Non è escluso che in autunno si faccia un richiamo alla manifestazione con qualche sfizio. Magari sarebbe bello e interessante sentire Enrico Mentana parlare dei cani. Le foto che ha pubblicato di recente sui social mentre fa il tg mi hanno molto incuriosito. Oppure sulla storia della sua famiglia, da solide radici calabresi. Sì, Mentana che parla di cani e di Calabria è un’idea».
E il tuo argomento a piacere quale è?
«E’ la Calabria. Me ne sto rendendo conto con il passare del tempo. Negli ultimi tempi sto maturando il convincimento e diciamo la volontà che se devo organizzare qualcosa, qualora ci fossero le condizioni, preferisco farlo in Calabria. E questo festival è una prova. All’inizio volevo andarmene, come tanti. Ora, ogni volta, non vedo l’ora di tornarci. E sento anche un piccolo dovere: quello di restituire qualcosa a chi è rimasto mentre noi eravamo via».
Il programma
Il primo argomento a piacere, scelto da Federico Buffa, sono “le Americhe”: un continente che ha attraversato con lo sguardo curioso del viaggiatore e la penna attenta del narratore. Dalle storie dello sport a quelle dell’emigrazione, dai playground del Bronx alle atmosfere argentine de “La Milonga del Futbol”, venerdì 13 giugno Buffa accompagnerà il pubblico in un racconto vivo, personale, appassionato. Una serata tra parole, geografie e culture, dove le coordinate non sono solo quelle di una mappa, ma quelle delle emozioni.
Si proseguirà sabato 14 giugno con Walter Veltroni che darà voce a un decennio che ha cambiato tutto: gli anni Sessanta, con i sogni, le lotte, le prime televisioni a colori e le rivoluzioni in bianco e nero. Cosa è rimasto di quel mondo? E cosa possiamo imparare oggi da quegli anni? Una riflessione personale, lucida e coinvolgente su ciò che eravamo e su ciò che siamo diventati.
Cosa succede quando un giornalista incontra i suoi miti musicali? Domenica 15 giugno – tra backstage, storie, aneddoti e improvvisazioni – Diego Bianchi racconterà il suo personalissimo viaggio nel mondo della musica: incontri ravvicinati con musicisti geniali, improbabili, simpatici. Un racconto ironico e sincero, come solo “Zoro” sa fare.
La serata di domenica è un viaggio tra parole e note, affidato alla voce, allo humor e al talento musicale di Neri Marcoré, che porterà il pubblico nel mondo della canzone d’autore; uno spettacolo a metà tra l’intervista, il live e la confidenza, dove la musica leggera diventa una cosa seria.
I libri al festival
Per la sezione “libri al festival” il primo appuntamento sarà venerdì 13 giugno alle 19.00 con la giornalista Marianna Aprile e il suo “Materiali Resistenti” (Piemme), scritto con Luca Telese: è una raccolta di storie di “operosa speranza”: persone, gruppi, comunità che, nel loro piccolo, provano a fare la cosa giusta. Un dialogo tra attualità, politica e memoria, per riflettere su ciò che (ancora) resiste.
Sabato 14 giugno allo stesso orario sarà poi la volta di Teresa Ciabatti con “Donnaregina” (Mondadori), un libro che si muove tra autofiction, indagine giornalistica e romanzo con un boss spietato da una parte e dall’altra una scrittrice che si è sempre occupata di tutt’altro; un dialogo inaspettato tra mondi opposti, che diventa un viaggio profondo tra ricordi, confessioni, genitori e figli.