giovedì,Luglio 17 2025

«Mi svelo», la voce di Siria Scarfò a Reggio contro gli abusi e per rompere il silenzio sulle ferite dell’anima

Alla Mondadori con la Fondazione Scopelliti l'incontro con la ex suora reggina: dodici anni di silenzi, una fede incrollabile nonostante tutto ed il coraggio di scrivere per chi non riesce ancora a parlare

«Mi svelo», la voce di Siria Scarfò a Reggio contro gli abusi e per rompere il silenzio sulle ferite dell’anima

Una presentazione intensa, viscerale, necessaria. Per Reggio Calabria e per i reggini che, ieri pomeriggio, hanno accolto con calore e rispetto l’autrice Siria Scarfò per l’evento di presentazione del suo libro «Mi svelo. Il mio viaggio tra abusi, fede e omosessualità», ospitato dalla Libreria Mondadori di Corso Garibaldi e promosso dalla Fondazione Antonino Scopelliti. Un incontro che è andato oltre le pagine del libro, trasformandosi in un dialogo aperto su temi ancora troppo spesso taciuti: la violenza, il trauma, il coraggio di raccontare.

«Mi svelo» è un testo che attraversa la ferita con lucidità e dignità. Un libro che prende posizione senza trasformarsi in atto d’accusa, ma che punta a condividere un dolore per liberare chi, ancora oggi, non trova parole per dirlo. Al centro, la voce dell’autrice: la sua storia di dodici anni di vita conventuale, l’infanzia segnata dalla violenza, il lungo silenzio, la fede mai persa nonostante si sia “svelata” lasciando quindi l’abito e la vita da suora, la riscoperta dell’identità e della propria forza interiore.

«Il coraggio di dare voce anche a tante donne che invece in silenzio ancora subiscono violenze. Ricordiamoci che un albero produce un milione di fiammiferi, ma un fiammifero può bruciare un milione di alberi. Parlare, incominciare a fare eco, è importantissimo. Di questo sono fiera».

Siria Scarfò, emozionata ma determinata, ha raccontato ad Elisa Barresi, vicedirettore de ilReggino.it che ha condotto e moderato l’incontro, la genesi del suo libro come un atto di necessità: «Per anni ho pensato di essere io quella sbagliata, di dover tacere un segreto. Ho provato tutte le chiavi, nessuna ha aperto. Allora ho sfondato la porta. Questo libro è la mia voce». Siria non si sente un esempio, «forse più una portabandiera. Di chi non si sente pronto, di chi cerca uno sbocco. Io ho avuto la fortuna di riuscire a scrivere. Altri, purtroppo, hanno scelto – ad esempio – la corda».

Il volume, pubblicato nel marzo 2025, ha già acceso il dibattito. Ed è la stessa Siria a raccontare che anche «la Chiesa si sta muovendo, il vescovo ha chiesto udienza». Quella stessa Chiesa che né il libro e né l’autrice scelgono di attaccare. Una prova che anche le istituzioni religiose possono scegliere di ascoltare, di interrogarsi, di cambiare.

Fondamentale il ruolo della Fondazione Antonino Scopelliti, da anni impegnata in attività di prevenzione e sensibilizzazione contro la violenza di genere. «Il racconto di Siria lo abbiamo conosciuto a Seminara – racconta la presidente Rosanna Scopelliti, riferendosi alla manifestazione in solidarietà alla giovane stuprata dal branco -. Oggi siamo nel cuore di Reggio per dare voce a chi subisce in silenzio. Questo libro è importante per sensibilizzare non solo le donne, ma anche gli uomini, i giovani, i bambini. Troppo spesso le violenze avvengono proprio dentro le mura domestiche, laddove si dovrebbe essere più al sicuro».

“Mi Svelo”, dunque, è un punto di partenza che fa di questa storia d’impatto un modo per trovare una via di rinascita. «Raccontare fatti crudi, inenarrabili, con la dolcezza e l’altezza delle parole di Siria – prosegue la Scopelliti – è un atto prezioso. Dobbiamo accompagnare anche i bambini in percorsi che li aiutino a non perdere la propria fanciullezza e a non trasformare chi fa del male in un mostro, ma a comprendere e ricostruire».

Non manca il nodo, delicato e centrale, del rapporto con la fede. Siria non ha mai rinnegato Dio, pur prendendo le distanze dalla Chiesa come istituzione. «Faccio molta distinzione tra Dio e le religioni. Non credo nella Chiesa per i preti o le suore, ma per l’esperienza personale di Dio che ho vissuto. Non sono madre Teresa, ho le mie perplessità e debolezze, ma sento la presenza di Dio nella mia vita».

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