Aldo Maria Morace rilancia Corrado Alvaro: «Nel 2026 un’invasione mondiale di edizioni alvariane»
Presentato il Centro Internazionale di Studi sull’autore calabrese. «Così superiamo le macerie dello scioglimento della Fondazione»

di Silvio Nocera – «Alvaro deve essere proiettato nel mondo». Non ha dubbi né mezze misure il prof. Aldo Maria Morace, già Presidente della Fondazione Corrado Alvaro ad oggi sciolta dalla Prefetta di Reggio Calabria – caso unico in Italia – per le sospette irregolarità e opache aderenze che hanno occupato le cronache della stampa locale per settimane. A margine della presentazione del Centro Internazionale di Studi sul celeberrimo autore calabrese, il professore ne approfitta per illustrare l’iniziativa e fare il punto sulla questione del commissariamento.
«Già da qualche anno si pensava di creare un centro di risonanza internazionale dedicato a Corrado Alvaro. Questo perché, nonostante la Fondazione abbia svolto un ruolo strepitoso nel divulgare e promuovere la conoscenza di uno dei massimi autori e intellettuali calabresi, aveva dei limiti statutari: c’era un consiglio di amministrazione partecipato da istituzioni, ma non aveva – e non poteva avere ― soci. Ci stavamo lavorando, prima che la Prefettura bloccasse tutto. Il Centro Studi nasce dal basso come associazione e raccoglie studiosi del calibro di Loreta De Stasio, ordinaria di filologia italiana presso l’Università dei Pesi Baschi, Vicente Martin Gonzales, massimo italianista spagnolo e ordinario di Filologia italiana all’Università di Salamanca, Dagmar Reichardt, ordinario di Studi Transculturali alla Latvian Academy of Culture. Una comunità che diventerà sempre più grande e che punta a costituire un polo di riferimento per la ricerca internazionale e la documentazione su Alvaro», chiarisce Morace.
L’iniziativa nasce in un momento particolare non solo perché nel 2025 ricorrono i 130 anni dalla nascita dell’autore, ma perché anche il 2026 celebra un’altra ricorrenza: i 70 anni dalla sua morte. «Questo significa che i diritti sua opera cesseranno di esistere e sarà possibile stampare liberamente. Si creerà quindi una corrente forte di lettura del nostro autore che il Centro Internazionale intende intercettare e implementare, sia a livello di studi e ricerche accademiche, sia in termini di divulgazione. Un movimento mondiale che serve anche a promuovere la Calabria come terra madre di intellettuali di spessore internazionale. I nostri soci sono già al lavoro per realizzare entro il 2026 momenti di conoscenza e di lettura di Alvaro. Tanto si sta facendo in Lettonia e tanto verrà fatto in Spagna e in altre nazioni. Vogliamo fare in modo che il 2026 sia ricordato come l’anno dell’invasione delle edizioni alvariane».
Con l’effetto collaterale di dare una regia a un movimento di ricerca capace di creare uno dei perni concettuali dell’economia del turismo delle radici. E c’è di più, perché Morace prefigura la possibilità di realizzare l’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Alvaro: «L’accordo è stato già raggiunto con La Nave di Teseo, fra le più importanti case editrici in Italia. In 150 anni di storia delle Edizioni Nazionali – Dante, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Machiavelli – non era mai stata presentata una domanda per l’istituzione di una di esse dedicata a un calabrese. Noi l’abbiamo fatta. Mi auguro che il Ministero della Cultura la accolga e allora saremo a un punto di svolta. In questo quadro il ruolo che rivestirà il Centro Studi sarà fondamentale», prosegue Morace.
«Siamo molto soddisfatti: si tratta di un lavoro che era in gestazione da tempo e che le vicende del commissariamento della Fondazione hanno accelerato, portandoci a costituire il Centro in un mese. Perché se è vero che la Fondazione aveva bisogno di una costola internazionale che potesse completare il suo lavoro sotto l’aspetto della ricerca, il suo scioglimento ha determinato la necessità di accelerare la creazione di uno strumento operativo in grado di garantire che l’attività già programmata e avviata potesse essere portata avanti, scavalcando le macerie prodotte da un provvedimento prefettizio che continuo a ritenere infondato. Quando questa vicenda verrà chiarita la Fondazione tornerà ad occuparsi di Alvaro a livello regionale e nazionale e il Centro Studi salperà definitivamente per la sua navigazione internazionale proprio sul modello della Società Dante Alighieri, cui ci siamo ispirati», continua Morace.
Nessuna sovrapposizione, ma funzioni diverse e complementari per un unico obiettivo: valorizzare il patrimonio alvariano a un livello massimo, in grado di oltrepassare la prospettiva localistica e convegnistica da provincia per proiettarsj verso gli affacci della grande cultura letteraria internazionale.
Almeno due i progetti in cantiere: «Tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026 la rivista Critica Letteraria dedicherà un numero speciale a Corrado Alvaro. Prosegue poi con profitto l’interlocuzione avviata dalla Fondazione Alvaro con i Parchi Letterari. Siamo al lavoro con il Presidente De Marsanic e siamo fiduciosi che il 2026 vedrà la nascita del Parco Letterario Corrado Alvaro. La Calabria deve uscire dalla dimensione localistica in cui viene relegata, ma sa spesso autorelegarsi: a fronte di un impegno accademico di livello internazionale, sul nostro territorio siamo vittime di una tendenza nordicocentrica che fa apparire come provinciale chi si interessa di un autore che ha la sfortuna di essere nato in Calabria. Bisogna stare bene attenti a non confondere il grano con l’olio. Alvaro è stato lo scrittore più significativo del suo tempo ed è tempo che la Calabria se ne accorga», conclude Morace.
Che non manca di riservare una stoccata: «Il ricorso pendente sul quale il TAR si pronuncerà il prossimo 16 luglio chiede una sospensiva dell’interdittiva prefettizia e l’immediato reintegro del CdA decaduto. Se avremo ragione e quando questa vicenda si concluderà, pubblicherò un libro dal titolo “Una storia irreale. L’eccidio di una Fondazione” che raccoglie testimonianze e documenti che spiegano quanto oggi appare ai più inspiegabile».