A TU PER TU | Bova al centro dell’Europa. Gianfranco Marino: «La cultura è il nostro futuro, così la Chòra riscrive la sua storia» – VIDEO
Ospite negli studi de ilReggino.it, il vicesindaco del borgo grecanico racconta l’evoluzione di un modello virtuoso basato su scuola, identità e radici, con una rete culturale che guarda all’Europa e coinvolge le nuove generazioni

La cultura come scelta, come scommessa, come resistenza attiva. Non è una dichiarazione di principio né una frase fatta: a Bova è la realtà che si tocca ogni giorno tra le vie di pietra, nei musei, nelle scolaresche che vanno e vengono, nei volti di chi ha deciso di restare e investire sul proprio borgo. Un modello che oggi torna protagonista nella nuova puntata di A tu per tu, attraverso le parole di Gianfranco Marino, vicesindaco del Comune di Bova e voce autorevole di un percorso diventato punto di riferimento ben oltre la Calabria.
«Quando si intraprende un percorso, l’incedere deve essere progressivo», spiega Marino, sottolineando come il lavoro dell’amministrazione abbia proseguito un solco tracciato da tempo, con l’obiettivo di valorizzare la cultura nella sua accezione più ampia e concreta, come strumento di crescita collettiva. Il libro, l’editoria, gli incontri con autori ed editori sono stati solo l’inizio. «Oggi, parlare di Bova significa pensare a un centro vocato alla cultura. E non è un caso».
Ma il vero punto di svolta è stato l’investimento nelle scuole. Non come retorica, ma come pratica quotidiana. «Abbiamo capito che il nostro patrimonio avrebbe potuto camminare solo sulle gambe dei ragazzi. Quei paesaggi che vedono ogni giorno, quelle parole, quei gesti tramandati nei secoli: tutto parla di loro, li definisce. Dovevamo solo aiutarli a capirlo». Da qui l’idea di aprire i percorsi culturali al mondo della scuola, innescando un processo virtuoso che ha reso Bova una meta stabile per licei, istituti e università.
Il progetto “Palea Jenea”, realizzato in sinergia con il Museo Archeologico, il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina e un’intera rete accademica, ha segnato un ulteriore salto di qualità. «Non volevamo limitare il progetto al trasferimento di nozioni, ma far comprendere il valore identitario profondo dei nostri beni: paesaggi, usanze, nomi, riti. Tutto ciò che, spesso, si ripete senza conoscerne il senso».
E sono proprio i riti arcaici, come quello delle Persefoni, a collegare oggi Bova a un respiro europeo. Domani, infatti, l’europarlamentare greca Eleonora Meleti riceverà la cittadinanza onoraria del Comune di Bova: un gesto che suggella il riconoscimento internazionale del patrimonio immateriale del borgo e apre scenari nuovi di gemellaggi e scambi culturali con le scuole.
«Bova non è più un borgo isolato, ma una realtà che fa rete, che si apre, che propone», spiega Marino, elencando i numeri: una sessantina di posti letto, una rete museale capillare, una proposta culturale continua, una comunità pronta ad accogliere e partecipare. «L’industria turistica non si costruisce per decreto, ma coltivando la bellezza e seminando memoria».
Anche la programmazione estiva 2025 sarà all’altezza del percorso: tra i momenti attesi, il Premio Corrado Alvaro Cultura e Territorio, serate dedicate alla musica e agli spettacoli e soprattutto il ritorno del Festival Paleariza, colonna sonora storica dell’Area Grecanica che guarda al Mediterraneo.
«Vogliamo offrire un’opportunità ai giovani che li metta nella condizione di scegliere consapevolmente se andare o restare. E se dovessero restare, dev’essere perché riconoscono nel luogo in cui sono cresciuti un’identità profonda, un valore non replicabile altrove», aggiunge il vicesindaco.
La sfida è riuscire a coniugare tradizione e innovazione, mantenere vive le radici senza rinunciare a parlare il linguaggio dei tempi. «È una costruzione quotidiana, che richiede alleanze, ascolto e competenze. Ma i risultati si vedono. E sapere che potremo lasciare un testimone solido a chi verrà dopo di noi, è la ricompensa più grande».