CA…LCI NOSTRI | Sconfitta dolorosa e immeritata, ora basta alibi: si riparta dalle certezze
L'arbitro ragazzino è i colpi di testa. La stagione degli amaranto si chiude amaramente. Quasi azzerate le speranze di ripescaggio

Così fa male. Assai. Sfacciati, organizzati e compatti, la partita l’abbiamo fatta noi per tutti i 90 minuti. Non è bastato. Chiudiamo la stagione così, con una sconfitta dolorosa e immeritata che è la fotografia di questa annata balorda. Eppure ci avevamo creduto: il gol immediato (e misteriosamente annullato dal ragazzino vestito da arbitro) di Girasole, la legnata chirurgica di Mungo che ci porta in vantaggio, le tante occasioni non sfruttate. Neanche il gol del pareggio, che a vederlo in tv sembra in fuorigioco di un metro buono, sembrava averci disturbato più di tanto.
Peccato. Peccato per l’attimo di follia di Mungo (non è il primo, si desse una calmata) e per l’ennesimo infortunio stagionale di Rosseti, che fino a quel punto aveva fatto il suo. Peccato per l’unica amnesia di Adejo, fino a quel momento gigantesco, che ha aperto la strada alla vittoria del Siracusa quando la testa era già ai supplementari. Peccato per l’inadeguatezza dell’argentino. Peccato per quel tiro di Renelus finito fuori di un paio di centimetri proprio sul filo di lana. E il gol di Sarao, che segna e non esulta e che a Reggio ci sarebbe tornato anche a piedi, non può che fare aumentare ancora i rimpianti. E l’infiammazione della mia ulcera per come è stata gestita l’intera vicenda.
Dovevamo vincere, ci abbiamo provato, ha vinto il Siracusa. Fanno tre su tre quest’anno, i rimpianti restano (e sono scolpiti nelle facce disperate dei veterani e dei ragazzini in fila sotto la sud in trasferta a fine partita), i numeri anche. Striminzite ormai le speranze di ripescaggio con l’assurdo metodo dei punteggi elaborati dalla Lega (ma come si fa a mettere sportivamente sullo stesso piano la Reggina con il vattalappesca?), se qualcuno in Federazione non si mette la mano sul cuore per riparare alla ferita dello scorso giugno, ci aspetta un altro campionato tra i dilettanti. Ora il tempo per fare bene c’è, basta alibi. Risaliamo da questo pantano.
Finito il campionato ora si apre un’altra partita. Da qui a qualche settimane sapremo del marchio, del nome, e del Sant’Agata. E sapremo se le voci che in città girano impazzite da settimane sull’arrivo di una nuova cordata saranno più solide di un annuncio a favore di campagna elettorale. Meglio del calciomercato, preparate i popcorn. (Barney p)
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