lunedì,Ottobre 7 2024

Redel Reggio Calabria, Elias Donati: «Qui per far bene, crescere e contribuire alle nostre vittorie»

La nuova ala è un atleta italo-brasiliano nato ad Arezzo

Redel Reggio Calabria, Elias Donati: «Qui per far bene, crescere e contribuire alle nostre vittorie»

Ultimo ingaggio neroarancio in ordine di firma. Elias Donati, ala forte, veloce e talentuosa lancia la sfida.
Ecco le impressioni del nuovo innesto della Redel.

«Ho trascorso le vacanze a casa e con gli amici. Adesso, sono carico per il Raduno e non vedo l’ora di essere a Reggio Calabria».

Le mie origini?

«Sono italo-brasiliano, nato ad Arezzo. Mia mamma è brasiliana, mio papà è nato in Umbria ed ho vissuto da sempre a Foligno».

La scelta di Reggio Calabria?

«Tradizione unica, appena ho appreso della notizia ero entusiasta.
Sono carichissimo. Consapevole che Reggio ha un grande pubblico e questo mi “gasa”, parecchio».

Il nuovo roster ed i miei prossimi compagni?

«Di persona non conosco nessuno ma, ho ammirato Efe Idiaru.
Mi piace molto contro giocatore: ci ho giocato per due volte nella passata stagione sia a Monopoli che a Lucera. Devo ammettere che la sfida giocata contro di me, quando lui vestiva la canotta del Lucera l’ha decisa praticamente personalmente. Difende molto, è intenso, mi piace parecchio il suo stile di gioco.
Ho giocato anche contro Ani: giocatore duttile ed in crescita continua con svariate ed importanti caratteristiche offensive. Ho affrontato anche Bangu, nella sua esperienza a Castellaneta e mi ha stupito per intensità. Credo che, consapevole del resto del roster, abbiamo una identità chiara e definita, fisica e coraggiosa».

Che tipologia di giocatore sei?

«D’energia, ci metto tutto quello che ho, magari anche sbagliando, ma facendo di tutto per aiutare la squadra, sia in attacco che in difesa. Amo andare al rimbalzo, ed ovviamente attaccare.
La mia pecca, probabilmente è che penso più agli altri che a me stesso, se si pecca di può parlare. Sono felice di far parte di questo roster costruito con questo fare così identitaria, possiamo far bene».

Coach Cadeo?

«L’ho sentito spesso. Mi ha spiegato il progetto e mi è piaciuto molto. Mi intriga anche il modo che ha di vedere la pallacanestro, la cura dei dettagli, il miglioramento continuo, sia individuale che del gruppo squadra. Sarà molto importante per me, ne sono sicuro, anche perché voglio migliorare come giocatore e voglio fa bene all’interno del nuovo gruppo».

I miei esordi?

«Devo dire grazie ad una vecchia gloria della Viola, in neroarancio tra gli anni settanta e gli ottanta, Pino La Gioia. Ha fatto tanto per me e non lo dimenticherò mai».

Il nuovo girone?

«Ho fatto parte del Molfetta nella prima parte della scorsa stagione. Nessuno scommetteva su di noi, ne ranking ne nessuno: Molfetta fu la squadra rivelazione. Sono sicuro che abbiamo l’obbligo di pensare solo a noi, alla nostra crescita ed al nostro campionato».

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