CA…LCI NOSTRI | Uno scivolone che ci riporta alla realtà ma “avi cchiù jorna ca ruppa i satizzu!”
È ancora presto per fasciarsi la testa, ma una cosa è certa: serve subito una scossa

Un passo avanti e uno indietro. Ci è voluta la Scafatese per sbattere in faccia alla Reggina e al suo popolo la verità sul campionato che ci aspetta. Un campionato che alcuni pretendono di dominare solo per il nome che portiamo (una sorta di diritto acquisito non si sa bene da chi, roba che nemmeno i bambini più viziati) e che invece ci riporta sulla terra con uno scivolone interno che fa male e che mi ha mandato di traverso l’ennesimo panino con satizzu di festa di Madonna: a proposito, giurerei di avere visto un cartello con i prezzi dei panini attaccato anche fuori da una gelateria, ma a questo punto potrebbe essere il colesterolo a parlare per me.
Buona la cornice di pubblico e splendida la Sud: polemiche o no la Reggina continua a tirare, ma la linea di credito con i tifosi non è infinita e i cori di incitamento della curva a fine partita nonostante la sconfitta, potrebbero presto fare coppia con i fischi arrivati dalla tribuna al 90’. Sta tutto alla Reggina, che ha il destino nelle sue mani. La Scafatese ha vinto, onore alla Scafatese, ma non stiamo parlando del Real Madrid e il campionato è lungo. Mi sembra paradossale fasciarsi la testa e darsi per spacciati dopo appena due giornate di campionato.
La cosa più bella della partita resta sicuramente Forciniti arrampicato sulle spalle di Adejo (per lui l’azione più riuscita dei 90 minuti) a fissare con il nastro adesivo una maglia della rete dispettosa che si era staccata proprio sotto la nostra curva. La serie D è anche questo, ed è ora che cominciamo a rendercene conto un po’ tutti, che a quelli che vivevano di ricordi ce li siamo presi per il culo per 20 anni.
Il Capitano sembra un po’ spaesato dalla nuova posizione, e la squadra sembra “pendere” pericolosamente a sinistra in fase d’attacco. Siamo lenti, ancora troppo impacciati e poco lucidi quando si è trattato di provare a scardinare la difesa avversaria. È ancora presto, ma serve una scossa. Magari partendo dal reintegro di uno come Provazza, che dalla sua all’incoscienza dell’età e la sfrontatezza di puntare l’uomo, forse la cosa che ieri è mancata di più (assieme ai parcheggi del Botteghelle fagocitati dalle giostre che hanno costretto i tifosi al giro delle sette chiese per trovare un buco disponibile).
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