Reggina, la vittoria è sempre la miglior cura: le certezze a cui aggrapparsi
Non è ancora la miglior Reggina possibile ma nove punti in quattro partite sono un buon motivo per essere ottimisti. Ecco quali sono le certezze che lasciano ben sperare
di Paolo Mazza – Quella vista nelle prime quattro giornate di campionato è una Reggina sicuramente imperfetta. Le difficoltà della truppa amaranto sono dovute sia ad una condizione atletica non ottimale (specialmente per alcuni elementi) sia ad una fluidità di gioco in parte assente.
Gli uomini di Pergolizzi fanno ancora molta fatica contro le difese schierate: la superiorità numerica viene creata dagli assoli dei singoli più che da situazioni preparate. Era già successo contro l’Igea Virtus e contro il Città di Sant’Agata ed è ricapitato contro il Ragusa: il goal è di Rajkovic ma il merito è quasi tutto di Bonacchi. Il fedelissimo di mister Pergolizzi si fa almeno 30 metri palla al piede, rompe la linea difensiva siciliana e mette su un piatto d’argento la palla che decide il match.
Una Reggina convincente a metà, dunque, ma con tanti uomini che sanno fare la differenza e che hanno portato nove punti in quattro partite. Al netto della sconfitta contro la Scafatese – che sicuramente pesa trattandosi di uno scontro diretto – gli amaranto hanno sempre trovato la chiave di volta. Vediamo, allora, quali sono le certezze che fanno ben sperare in vista del prosieguo della stagione.
- Mister Pergolizzi è una sicurezza – per esperienza, carisma e capacità di adattamento. A eccezione della gara contro la Scafatese, dove lui stesso ha ammesso di aver osato poco, il tecnico originario di Palermo ha sempre saputo trovare la giusta contromossa. Contro il Sant’Agata si è adattato alla grande all’infortunio di Porcino, inserendo Urso e avanzando il baricentro di Nino Barillà – disegnando un 4-3-1-2 decisivo ai fini del definitivo 3-1. Contro il Ragusa risponde a un primo tempo sofferto mettendosi a specchio: sostituisce un centrocampista come Forciniti con un esterno a tutta fascia come Vesprini, passando dal 4-3-1-2 al 3-5-2. Due mosse opposte che evidenziano la mano del grande allenatore, che è anche colui che sa leggere il match e cambiare in corso d’opera a seconda dell’avversario.
- La coppia Bonacchi-Girasole funziona. Che sia una difesa a tre o uno schieramento a quattro, l’ex Campobasso – che non a caso Pergolizzi ha voluto a tutti i costi – e il classe 2000 con un importante bagaglio di esperienza in Lega Pro sono due baluardi imprescindibili per il tecnico amaranto. Bonacchi è il classico difensore moderno, capace – come si è visto contro il Ragusa – di dare man forte anche in fase offensiva grazie ai recuperi alti e alla potenza in progressione. Girasole ha un’impostazione molto più classica ma è forte sia nel gioco in marcatura che in quello posizionale, tanto da rendere sia da perno della difesa a tre sia in coppia in quella a quattro.
- Capitan Nino Barillà è, ancora oggi, un giocatore che merita di categoria superiore. Quando manca, come è accaduto all’esordio contro l’Igea Virtus, la sua assenza si fa sentire. Il numero 17 amaranto, oltre a essere capitano della squadra, è leader, trascinatore e elemento polivalente – in grado di performare da mezz’ala, centrocampista puro, esterno sinistro e trequartista. Un giocatore formidabile che, prima di appendere le scarpette al chiodo, vuole regalare un’ultima soddisfazione ai suoi tifosi, nonché conterranei.
Il reparto attaccanti è vario e complementare. Contro l’Igea Virtus il protagonista è stato Ragusa, autore della doppietta decisiva, contro il Città di Sant’Agata Barranco (nelle stesse modalità), mentre contro il Ragusa il mattatore è stato Rajkovic. In attesa di recuperare il miglior Curiale e inserire in alcuni match anche due funamboli come Renelus e Provazza, la Reggina sta dimostrando – come era prevedibile – di avere un reparto offensivo di prim’ordine, in grado sia di giocare con due attaccanti di peso sia con delle mezze punte e\o esterni offensivi. Pergolizzi si è mostrato molto soddisfatto dei suoi attaccanti e dell’alternanza in zona goal, aspetto da non sottovalutare nell’economia di un campionato.