venerdì,Febbraio 14 2025

Verso Scafatese-Reggina, Atzori: «Il legame con la Reggina è eterno, ma con la Scafatese vogliamo vincere il campionato»

Il mister dei gialloblu rivela: «Foti è stato un pilastro, ma oggi Romano mi dà la stessa forza». E sul match con gli amaranto: «Formazione solida e difficile da battere. Sarà una sfida ardua, in cui ogni dettaglio potrà fare la differenza»

Verso Scafatese-Reggina, Atzori: «Il legame con la Reggina è eterno, ma con la Scafatese vogliamo vincere il campionato»

di Francesco Trimboli La sfida con la Reggina, domenica, è speciale per il tecnico della Scafatese Gianluca Atzori, che si prepara a rivivere emozioni legate a un passato che non ha mai smesso di far battere il cuore. Nonostante gli anni trascorsi, il legame con la Reggina e il suo presidente, Lillo Foti, è ancora forte, ma oggi il patron Romano rappresenta una figura simile. Atzori, con un passato ricco di sfide, guarda al futuro con la stessa determinazione e sogno di gloria che aveva quando allenava la Reggina.

Mister, domenica sarà una partita speciale per lei. Il gol di Rigoni nel 2011 è ancora nei suoi pensieri?
«Sì, è ancora una ferita aperta. Mi sarebbe piaciuto affrontare la Reggina in Serie A, quella promozione sfumata è un ricordo vivido. Quell’anno siamo stati a un passo dalla Serie A con una squadra giovanissima e nonostante le difficoltà economiche enormi. Mi emoziono ancora pensando a quanto eravamo vicini, e a come abbiamo lottato con tutti i mezzi possibili. Il gol di Rigoni allo scadere, un dramma che sento ancora come se fosse accaduto ieri. Quell’esperienza con la Reggina è stata unica e oggi ho un legame che va oltre il calcio con il Presidente Foti. Ci sentiamo ancora oggi, durante le festività, e per questo gli sono grato. Lui è stato un punto di riferimento, ha costruito tutto da solo.»

E riguardo a due giocatori che sono stati importanti per lei in quella stagione, Adejo e Barillà?
«Mi fa piacere affrontarli, li abbraccerò con affetto. Sono due ragazzi che mi hanno dato tanto e a cui auguro il meglio. Non posso dimenticare anche Dall’Oglio, un ragazzo in cui ho sempre creduto. Quella squadra era piena di giovani a cui sono legato e con cui sono ancora in contatto. Mi fa piacere che ci sia ancora una chat attiva, ci scambiamo messaggi.»

A 53 anni, quali ricordi porta con sé della piazza di Reggio?
«La passione dei tifosi della Reggina è qualcosa che non dimenticherò mai. Mi ricordo una partita a Torino, con uno stadio gremito, era un’emozione unica. L’affetto dei tifosi per la Reggina, anche fuori casa, era incredibile. Sono ricordi che porto nel cuore e che mi hanno fatto amare ancora di più questa piazza.»

Lei è alla sua prima esperienza nel girone I di Serie D. Come ha trovato questa categoria?
«È una novità per me, ma mi sto adattando velocemente. A Scafati ho trovato una squadra che lavora con grande professionalità. Ogni partita è difficile, ma passo dopo passo stiamo crescendo. Mi sto ambientando, e il gruppo sta rispondendo bene.»

Non ha mai avuto la possibilità di tornare alla Reggina?
«Non è mai successo, ma nel mio cuore c’era sempre la speranza di tornare, anche in Serie D. Poi è arrivata la chiamata dalla Scafatese, e mi sono subito trovato bene. Con il DS abbiamo parlato di un progetto chiaro e ho conosciuto il patron Romano. Questa società è solida e ci tratta come professionisti, quasi come in Serie B.»

Che clima ha trovato a Scafati?
«Assolutamente positivo. All’inizio non è stato facile, perché la prima partita l’ho persa, ma il gruppo ha iniziato a rispondere molto bene. I ragazzi sono motivati e si stanno unendo sempre di più. Dopo un mese, stiamo andando sempre meglio.»

Secondo lei, cosa manca alla sua squadra per essere al vertice?
«Non manca molto. Siamo a tre punti dal Siracusa e la vetta non è lontana. Dobbiamo solo correggere quei piccoli dettagli che fanno la differenza nelle partite decisive.»

Si aspetta qualche rinforzo sul mercato?
«La squadra ha bisogno di qualche innesto, ma non voglio fare acquisti per il gusto di farli. Voglio giocatori che realmente migliorino il nostro livello. Abbiamo una rosa di 27 giocatori, ma se ci sono occasioni giuste, le valuteremo.»

Che idea si è fatto del patron Felice Romano?
«È una persona fantastica, prima ancora che un presidente. Umanamente è come un papà per noi. Ci coccola in ogni aspetto, ci fa sentire importanti. È un uomo di grande sostanza e crede davvero in me.»

Oggi subentrare in una squadra è una sfida, cosa ne pensa?
«Non è mai facile subentrare, ma oggi ho la fortuna di lavorare con una squadra forte. Quando hai buoni giocatori, il lavoro diventa più semplice. Anche se difficile all’inizio, con il tempo la squadra segue le tue idee e si riesce a raggiungere l’obiettivo.»

C’è sintonia con il DS sugli obiettivi di mercato?
«Assolutamente sì. Il DS mi ha voluto fortemente, e insieme stiamo lavorando con energia positiva. Abbiamo obiettivi chiari, una strategia ben definita, e siamo ottimisti per il futuro.»

Domenica sarà una partita equilibrata, ogni dettaglio sarà decisivo. La Reggina è una rivale temibile?
«Sarà una partita molto equilibrata. Entrambe le squadre sono competitive e mirano a fare risultato. Ogni minimo errore potrebbe rivelarsi decisivo, e in partite come queste, l’equilibrio sarà la chiave. Noi giochiamo in casa, ma la Reggina è una formazione solida e difficile da battere. Sarà una sfida ardua, in cui ogni dettaglio potrà fare la differenza. Chi commetterà sbagli avrà difficoltà a recuperare. La Reggina è una squadra ben organizzata e preparata, e sarà una delle principali rivali per la vittoria finale, insieme a noi, al Siracusa, al Sambiase e alla Vibonese.»

Si aspettava una sorpresa come il Sambiase?
«Complimenti a loro. Un risultato come quello testimonia un lavoro serio e ben strutturato. Il calcio di oggi è fatto di organizzazione, competenze e programmazione.»

Mister Atzori oggi, chi è?
«Sono un uomo che ha imparato molto dagli errori del passato. A 53 anni, la passione per il calcio non è mai cambiata. Voglio continuare a allenare, a esprimere un calcio propositivo e a tornare in Serie A. I miei sogni sono gli stessi: allenare una squadra che giochi un bel calcio e che ottenga i risultati. Non smetto mai di sognare.»

Atzori, una carriera interamente consacrata al calcio, intreccia il ricordo delle sfide passate con le nuove opportunità che il futuro gli offre. Il suo amore per il gioco e la determinazione nel lottare per la vittoria sono più vivi che mai. In una stagione in cui la Scafatese punta con forza al vertice, l’esperienza e la passione del mister potrebbero rivelarsi decisive per il raggiungimento di traguardi ambiziosi.

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