mercoledì,Aprile 30 2025

Scontri diretti a confronto tra Pergolizzi e Trocini: la metamorfosi della Reggina

Dalla confusione alla rinascita: un viaggio tra luci e ombre della stagione amaranto

Scontri diretti a confronto tra Pergolizzi e Trocini: la metamorfosi della Reggina

La stagione della Reggina è stata segnata da un cambiamento profondo, con l’addio di mister Pergolizzi e l’arrivo di Bruno Trocini. Questo passaggio ha portato con sé un netto contrasto tra le filosofie di gioco dei due allenatori. Se con Pergolizzi la squadra ha faticato a dare un’identità chiara, Trocini è riuscito a rimettere in carreggiata la Reggina, guidandola verso un percorso di crescita solido. Nonostante le difficoltà iniziali, la squadra ha trovato la sua strada, crescendo con maggiore stabilità e mostrando finalmente il potenziale che le era stato a lungo negato.

Il passaggio tra i due allenatori è stato un capitolo decisivo in una storia che sembrava smarrita. La gestione di Pergolizzi, pur ricca di alti e bassi, non è riuscita a far volare la squadra, che ha spesso vissuto momenti di confusione. L’arrivo di Trocini ha rappresentato la svolta, con una nuova visione che ha portato la Reggina a un livello di competitività mai visto prima, segnando l’inizio di una rinascita.

Durante la gestione di Pergolizzi, fin dal primo scontro diretto contro la Scafatese, perso con un rigore di Foggia, la Reggina ha dato l’impressione di essere una squadra priva di identità. Un incontro privo di mordente, in cui nessuna delle due squadre ha dominato, ma la Reggina è apparsa incapace di imporsi, subendo passivamente il gioco degli avversari. Non c’è stato un vero dominio territoriale né una sinergia collettiva che potesse suggerire un gioco fluido e corale. La squadra sembrava schiacciata da una pressione invisibile, come se il peso delle aspettative la stesse paralizzando. I successivi match hanno mostrato qualche timido risveglio, come le vittorie contro Città di Sant’Agata e Ragusa, ma la sensazione che la Reggina non fosse una squadra temuta dagli avversari è stata sempre troppo evidente.

Poi arrivò il Siracusa, una sconfitta cocente che sancì l’inizio della fine per mister Pergolizzi. Il 5-3-1-1 adottato in quella partita non fu solo un esperimento tattico fallito, ma anche un simbolo di confusione e indecisione. La squadra, seppur determinata, finì per essere sopraffatta da un rigore di Maggio, lasciando spazio alla frustrazione di un gioco difensivo che non ha mai fatto per la Reggina. Il match contro il Sambiase fu il colpo finale: un inizio promettente con Barranco in gol, ma poi la Reggina scomparve, come se avesse paura di vincere. Il crollo mentale fu evidente, e la crisi d’identità che ne derivò divenne insostenibile. Il pareggio fu stretto per il Sambiase, considerando le numerose occasioni da gol create.

L’addio di Pergolizzi fu quasi inevitabile. Un cambiamento drastico, ma necessario, per provare a scuotere la squadra. E così arrivò mister Trocini, che si è trovato a raccogliere i cocci di un team smarrito. La sua prima vittoria contro la Vibonese fu una boccata d’aria fresca, una prova che la Reggina, seppur lontana dalla perfezione, aveva ancora la capacità di reagire. Ma il cammino non è stato privo di ostacoli: due pareggi deludenti contro Pompei e Nissa hanno dimostrato che la strada sarebbe stata lunga e irta di difficoltà. Eppure, in quelle difficoltà, si è intravisto qualcosa di nuovo: la squadra ha trovato la forza di rialzarsi, e lo ha fatto con una striscia di tre vittorie consecutive contro Locri, Sancataldese e Igea Virtus. Non brillanti, ma sufficienti per dare un segno di vita.

La partita contro la Scafatese, sotto la guida di Trocini, è stata un momento rivelatore: il rigore sbagliato da Barillá ha impedito alla Reggina di ottenere il risultato, ma ha messo in luce un altro volto della squadra, quella che lotta su ogni pallone, che non molla mai. Non è la perfezione, ma è il passo verso una nuova consapevolezza. La sfida contro il Siracusa, persa per due episodi su calcio piazzato, ha dimostrato che, nonostante l’impegno, la squadra ha ancora margini di crescita. L’assenza di alcuni giocatori chiave, come Barillá, Grillo e Giuliodori, ha pesato enormemente, ma la Reggina ha comunque lottato, riuscendo a mantenere la testa alta.

Infine, la vittoria contro il Sambiase, ottenuta all’ultimo respiro grazie a un gol di Barillá, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: sotto la guida di Trocini, la Reggina lotterà fino alla fine del campionato. La squadra è finalmente riuscita a esprimere il cuore e la grinta che sembravano smarriti nei mesi precedenti. Ora, con la Vibonese all’orizzonte, gli amaranto sperano di proseguire la loro rincorsa al primo posto, mantenendo viva la speranza di un finale di stagione entusiasmante.

L’annata degli amaranto, ancora lontana dalla conclusione, ha visto una frattura netta tra la gestione Pergolizzi e quella di Trocini. Mentre Pergolizzi ha lasciato una squadra smarrita, incapace di affrontare le sfide decisive con carattere, Trocini ha trovato la chiave per risvegliare il cuore di una squadra che si stava perdendo. La strada è ancora lunga, ma l’ultimo periodo ha mostrato una crescita e un’energia che, se coltivate, potrebbero portare a un finale di stagione sorprendente. Sotto la guida di Trocini, la Reggina ha finalmente il coraggio di affrontare ogni sfida con la giusta mentalità, pronta a scrivere il capitolo finale di questa stagione.

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