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Emozione e follia nel debutto di ‘Anna Cappelli’: il Teatro Primo apre la stagione con l’acclamato testo di Annibale Ruccello – VIDEO

Silvana Luppino incanta il pubblico in una performance che esplora solitudine e desiderio, con una scenografia che si trasforma come l’anima della protagonista

Emozione e follia nel debutto di ‘Anna Cappelli’: il Teatro Primo apre la stagione con l’acclamato testo di Annibale Ruccello – VIDEO

L’apertura della nuova stagione del Teatro Primo di Villa San Giovanni, con la rappresentazione di “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello, ha inaugurato un viaggio intenso e commovente nel mondo interiore di una donna travolta dalla solitudine. Sotto la regia di Christian Maria Parisi e interpretata da una straordinaria Silvana Luppino, il monologo riesce a catturare gli aspetti più oscuri e potenti dell’animo umano, rendendo ogni istante un’esperienza memorabile per il pubblico.

Sin dalle prime battute, la forza narrativa di Ruccello si dispiega con tutta la sua intensità. Anna Cappelli, interpretata dalla Luppino con una maestria che trascende la semplice recitazione, è un personaggio complesso, «uno dei più emblematici» dell’autore napoletano, come ha sottolineato il regista Christian Parisi. «È sempre una grande emozione approcciare a questo testo che ci accompagna praticamente da quando abbiamo iniziato a fare teatro», spiega. Parole che rispecchiano il rispetto e la passione con cui Parisi e la Luppino hanno affrontato questa nuova produzione.

Il pubblico ha assistito a una rappresentazione che riesce a bilanciare tragedia e ironia, in una narrazione che trasforma la disperazione in una forma di sollievo quasi catartico. Parisi ha saputo cogliere questa dualità, sfruttando un espediente scenografico che diventa il vero specchio della psiche di Anna. Al centro della scena domina un cubo multifunzionale, che si trasforma costantemente: tavolo da cucina, parete con telefono, sportello, specchio, frigorifero. Un’idea che rappresenta magistralmente la versatilità e la frammentazione della mente della protagonista. Un’intuizione registica che, insieme all’uso delle pubblicità televisive dell’epoca, riesce a trasportare il pubblico in un’atmosfera di alienazione tipica degli anni ’60, l’epoca in cui è ambientata la storia.

La trama di “Anna Cappelli” esplora il tema della solitudine e dell’ossessione per il possesso in un crescendo drammatico che culmina in un finale sconvolgente. Anna è una giovane donna che si trasferisce a Latina per lavorare al Comune. Lontana dalla sua città d’origine, si trova a dover fronteggiare una realtà ostile e una solitudine schiacciante, elementi che finiranno per disgregare la sua stabilità psicologica. Parisi, parlando di questo aspetto, ha affermato: «Anna era esposta a una sovraesposizione mentale, psicologica, dettata dai costumi di quel tempo. E vedere il pubblico sorridere di scene drammatiche è un po’ come pensare che vogliano allontanare l’idea che anche loro possano trovarsi in condizioni di questo tipo».

Silvana Luppino ha offerto una performance di straordinaria intensità, dando vita a una Anna Cappelli fragile e spietata, dominata da un desiderio irrefrenabile di controllo e possesso. L’attrice, che ha già interpretato questo ruolo in passato, ha raccontato come ogni replica sia per lei una nuova scoperta: «Ogni volta è come se fosse un debutto. Ogni replica riscopro qualcosa in più della poetica di questo grande autore». Il legame della Luppino con il personaggio è palpabile, e la sua interpretazione rende Anna Cappelli una figura viva, complessa, vicina agli spettatori.

Il finale della pièce, che vede troneggiare al centro della scena un vecchio frigorifero, è stato reso con una potenza visiva e interpretativa unica. Nel monologo conclusivo, la Luppino ha saputo condensare il dolore, la disperazione e una lucida follia, trasportando il pubblico in una realtà surreale che solo il teatro sa evocare. La scena è accompagnata da un silenzio interrotto solo dalla voce di Anna che, paradossalmente, dice più di mille parole, catturando la tragedia intima di una donna che, pur di non perdere ciò che ama, si annienta in un gesto estremo.

Le scelte registiche di Parisi hanno reso lo spettacolo un capolavoro d’equilibrio e sensibilità, in cui l’uso sapiente delle luci magistralmente disegnante da Guillermo Laurin Salazar, e del suono si intreccia con la scenografia minimalista ma d’effetto ideata da Osvaldo La Motta, capace di trasformarsi con la stessa fluidità dei sentimenti della protagonista. La presenza costante delle pubblicità degli anni ’60 crea un cortocircuito tra l’epoca e la modernità, evidenziando quanto i temi trattati siano ancora oggi incredibilmente attuali.

Il debutto di “Anna Cappelli” ha rappresentato un inizio di stagione straordinario per il Teatro Primo. Il lavoro congiunto di Christian Maria Parisi e Silvana Luppino ha trasformato un testo già intenso e stratificato in una vera esperienza emotiva e visiva. Uno spettacolo che non solo celebra il genio di Annibale Ruccello, ma pone il pubblico di fronte a domande profonde sulla natura del possesso, della solitudine e del desiderio. Un debutto da ricordare, che ha fissato standard altissimi per la stagione teatrale appena iniziata, e che vedrà il monologo partire per un viaggio lungo alcuni importanti teatri italiani, pronti ad acclamare la produzione di Teatro Primo.

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