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A TU PER TU | San Lorenzo, il coraggio dell’accoglienza: Francesca Pizzi racconta la Pro Loco come incubatore di comunità – VIDEO

Ospite degli studi de ilReggino.it, la neopresidente della Pro Loco di San Lorenzo lancia un messaggio di riscatto per un territorio bellissimo ma spesso dimenticato

A TU PER TU | San Lorenzo, il coraggio dell’accoglienza: Francesca Pizzi racconta la Pro Loco come incubatore di comunità – VIDEO

Un amore che parte da lontano, quello di Francesca Pizzi per San Lorenzo. Un legame viscerale, che oggi la porta a guidare la nuova Pro Loco del comune laurentino. Dopo l’esperienza da assessora al turismo, oggi la sua visione guarda ancora più lontano: trasformare San Lorenzo in un polo di accoglienza diffusa e rilanciare una narrazione positiva del territorio.

“Solo se ti innamori del tuo paese, puoi mostrarlo agli altri”

«La mia esperienza da amministratrice mi ha riportato alla gente e mi ha insegnato a vedere il paese con occhi diversi», racconta. Non più solo i luoghi dell’infanzia, ma un patrimonio diffuso di bellezza spesso ignorato, da vivere e raccontare con lo sguardo maturo di chi conosce difficoltà e potenzialità.

San Lorenzo si estende su 74 km², con frazioni distanti e ancora segnate da un campanilismo resistente. «Il nostro compito è fare rete: sentirci tutti davvero laurentini, superando le divisioni tra Corio, San Pantaleone, la Marina, il centro storico». Una sfida sociale e culturale.

Tra albergo diffuso e ospitalità esperienziale

Tra le prime idee della Pro Loco, la creazione di un sistema di ospitalità diffusa. Un modello che punta sull’uso delle seconde case, sulla condivisione del cibo, sull’autenticità. «A San Pantaleone abbiamo avviato il primo esperimento: famiglie che cucinano un pasto in più lo offrono ai viaggiatori. Un modo genuino per accogliere, condividere, raccontarsi».

«San Gaetano Catanoso è nato a Corio. Le sue tracce sono ovunque. La sua casa, i luoghi dove diceva messa, il percorso che incrocia il Sentiero dell’Inglese». Eppure, manca un sistema che accolga davvero i pellegrini. È tempo di trasformare la spiritualità in energia di sviluppo, anche attraverso l’albergo diffuso e l’accoglienza domestica.

«Non c’è nenti»? Il nostro scatto d’orgoglio parte da qui

«La Pro Loco è nata per dire basta alla frase ‘non c’è nenti’. Non è vero: abbiamo tanto, dobbiamo solo imparare a raccontarlo e valorizzarlo». Parte da qui la visione di Francesca Pizzi, che si ispira anche a una parabola imprenditoriale: due uomini in Africa, uno vede un mercato impossibile per le scarpe, l’altro un’opportunità enorme. «Io scelgo di essere il secondo. E la Pro Loco anche».

Durante il suo incarico da assessora, una troupe internazionale ha scelto San Lorenzo come location per un film. «Li ho portati in giro, ho mostrato i luoghi, ma anche spiegato loro l’energia che qui si respira. Hanno scelto San Lorenzo. E per noi è stato un orgoglio vero».

Benessere, spiritualità, immersioni verdi: la nuova frontiera del turismo

Francesca Pizzi nel tempo libero è insegnante di yoga. A San Pantaleone ha già avviato con l’associazione Terra Madre attività di mindfulness, cucina di qualità e turismo esperienziale. «Le aziende hanno bisogno di rigenerazione. I nostri borghi possono diventare spazi di benessere reale, con proposte pensate per chi cerca silenzio, bellezza, contatto con la natura».

La Pro Loco è parte del progetto “Riviera Cristallina”, che mette in rete gran parte dei sindaci della costa jonica. «Solo facendo squadra possiamo costruire pacchetti turistici veri, con un’app dedicata, contenuti digitali e accoglienza vera».

Prossimi obiettivi: dalle case disabitate al turismo lento

Ora l’obiettivo è costruire pacchetti turistici veri, promuovere home restaurant, mappare le case disponibili e creare uno standard minimo per l’accoglienza. Il turismo delle sagre è importante, ma non basta. «Vogliamo andare oltre, puntare a una crescita vera. Con tutti i cittadini a bordo. Nessuno escluso».

E per chi non conosce ancora San Lorenzo, l’invito è semplice: «Venite. Scopritelo con i vostri occhi. E non vorrete più andar via».

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