mercoledì,Luglio 9 2025

A TU PER TU | Burrone e la “città pulita”: «Dal Terzo settore una mano alla Municipale, con poteri anche sanzionatori» – VIDEO

L’assessore all’Ambiente fa il punto della situazione in città, tra discariche più o meno note, isole ecologiche, impegni e rivoluzioni culturali mancate

A TU PER TU | Burrone e la “città pulita”: «Dal Terzo settore una mano alla Municipale, con poteri anche sanzionatori» – VIDEO

«Reggio oggi è una città che dovrebbe essere più pulita. Bisogna lavorare affinché si renda ancora più pulita di come è, ma non credo a quei messaggi disastrosi di chi vede una città completamente sporca. Io per primo dico che la città dovrebbe essere più pulita»

È Filippo Burrone, titolare delle deleghe all’Ambiente e Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, riconducibili all’assessorato alla “città pulita”, l’ospite della videorubrica “A tu per tu” de ilReggino.it. Con lui abbiamo discusso di ambiente, di rifiuti, di depurazione, di furbetti, di fototrappole, ma anche di amministrazioni e circoscrizioni, con riferimenti alle ormai imminenti elezioni comunali.

A gennaio Ecologia Oggi ha promesso, insieme al Comune che si è posto in una posizione quasi di sentinella, che avrebbe se non rivoluzionato, quantomeno migliorato il servizio. La dimostrazione di ciò però tarda ad arrivare, tanto che il Comune ha aperto una serie di contestazioni alla società. Ci dice come stanno le cose?

«Se si riferisce al nuovo Piano di raccolta diviso in tre aree, sì, effettivamente c’è qualche ritardo, ma siamo veramente alle battute finali e dovremmo concluderlo, spero, prima della fine dell’estate. Stiamo ragionando su una serie di richieste che sono pervenute dai nostri concittadini che sono stati uditi in Commissione, anche quando ancora io non ero assessore. Quindi ho fatto mie quelle che erano le proposte ed ho cercato di portare del mio. Anche questo è frutto del ritardo della suddivisione della città in tre zone ma conto, una volta avuto chiaro il percorso da attuare, di portare presto la nuova autorizzazione in Giunta e quindi procedere con l’ordinanza sindacale e quindi con il nuovo servizio di raccolta»

Se dico rione Marconi, Arghillà, ma anche in una certa misura Ciccarello, parliamo di quartieri che mostrano le due facce della medaglia, con aree nuove e pulite e poi le solite discariche che soprattutto in questi giorni diventano una bomba ad orologeria con incendi che sprigionano gas tossici e disagi alla popolazione. Come pensate di intervenire?

«Ciccarello devo dire che francamente non versa nelle stesse condizioni in cui è Arghillà o il Rione Marconi ma di certo si aggrediscono non con le passerelle. Serve ad Arghillà a mio avviso un impegno serio non solo dell’amministrazione comunale, che da sola non può farcela, serve un interessamento di tutte le istituzioni. Tutti devono fare la propria parte. Io, con il mio gruppo consiliare, col vicesindaco Carmelo Versace e il consigliere Nino Castorina, stiamo ragionando su un ordine del giorno che ponga al centro proprio un intervento strutturale su Arghillà.

L’intervento strutturale non può essere il “mea culpa mea culpa” di una passerella, di una passeggiata, di una presa d’atto dei problemi che ci sono. Noi immaginiamo come interventi strutturali la presenza costante forte ancora più di quanto è dello Stato. Immaginiamo un presidio fisso di polizia, coadiuvata anche dal presidio fisso della nostra Polizia Municipale, e da un presidio fisso di tutti coloro che possono portare un contributo su Arghillà e, soprattutto, un investimento serio in termini economici che il governo deve mandare a chi si occupa di questi disastri ambientali perché ogni discarica, ogni micro o macro discarica, ha un costo aggiuntivo che purtroppo viene spalmato sui nostri concittadini. Bisogna lavorare in sinergia con tutti, dal governo alla Regione dal Comune alla Prefettura, sono convinto che la collaborazione tra gli enti possa portare a risultati importanti»

Assessore, mi sembra di capire che non le è piaciuta tanto la visita della Commissione periferie…

«No, non mi è piaciuta nella misura in cui rimane una “passeggiata” fine a sé stessa. Se questa venuta della Commissione ad Arghillà piuttosto che al rione Marconi, piuttosto che alla Ciambra di Gioia Tauro, porta dei benefici e dei frutti per i nostri concittadini sarò il primo ad applaudire a questa iniziativa. E non ne faccio una questione politica, partitica o di appartenenza. Assolutamente tutto quello che si può mettere in campo per migliorare le condizioni di vita della gente va fatto al netto se sei di destra o di sinistra di centro, sopra o sotto, va fatto. Lo fai meglio se collabori, ognuno per la propria quota parte, a ottenere un risultato migliore e un risultato maggiore».

Però c’è chi continua a dire che si sostituisce all’amministrazione…

«Francamente non ce ne siamo accorti…»

A proposito di “nessuno si salva da solo”, secondo quanto stabilito in Giunta voi avete previsto anche un contributo di 20mila euro ad un ente del terzo settore e quindi di volontariato per aiutare la polizia municipale quantomeno a limitare il fenomeno degli ingombranti che vengono abbandonati in maniera incontrollata. Ci spiega il senso di questa iniziativa e quindi se avete già individuato l’associazione? 

«È uno dei primi atti che ho portato in giunta, perché sia chiaro che se deve essere stato di polizia nei confronti dei mascalzoni che abbandonano i rifiuti in mezzo alla strada, stato di polizia per quanto mi riguarda sarà. non c’è nessuna giustificazione. Sono partite nuovamente le isole ecologiche itineranti che accoglieranno i rifiuti ingombranti o i raee, quindi non ci sono giustificazioni gli spazi dove conferire gli ingombranti, i materassi o varie suppellettili di casa ci sono.

Questa associazione del Terzo settore collaborerà con la Polizia municipale e avrà soprattutto anche possibilità sanzionatorie. Quindi, rispetto a quelle che noi reputiamo quali punti critici di abbandoni, l’amministrazione comunale avvalendosi della collaborazione di questo ente del Terzo settore che individuerà – è stato mandato al dirigente per la individuazione tenendo conto che si tratta di un progetto sperimentale, che vale come convenzione con l’ente che verrà sottoposto a convenzione – oltre a limitare il più possibile gli abbandoni, potrà sanzionare il trasgressore»

L’assessore Burrone rimarca alcuni interventi messi in atto dal suo ufficio – la chiusura degli ingressi sotto il Ponte di Sant’Anna e la maggiore sorveglianza nelle adiacenze del cimitero di Modena – per dire che gli interventi stanno tenendo e probabilmente che è anche passato un messaggio di buon senso nella cittadinanza, «piccoli interventi possono aiutare tutti quanti noi a pagare un po’ meno di Tari»

Serve insomma la classica “rivoluzione culturale”, ma secondo lei è realizzabile?

«Io me lo auguro, cioè non voglio perdere le speranze. Se non è possibile vuol dire che abbiamo fatto tutti quanti qualcosa di sbagliato».

Una rivoluzione che si può accompagnare anche con la tecnologia delle fototrappole che avevate annunciato…

«Pensi che eravamo pronti a partire con il servizio delle fototrappole. Si erano individuati trenta fototrappole ma poi è intervenuta una legge sulla privacy con una nuova norma… mi prenda per ignorante, ma io non immaginavo che i mascalzoni avessero diritto alla privacy, è aberrante. Quindi anche rispetto a questo abbiamo dovuto rallentare per capire come modificare o cambiare quel tipo di fototrappola, per renderla idonea alla nuova normativa.

Però lei capisce benissimo direttore che questo non fa altro che allungare i tempi, e i tempi della burocrazia lo sa meglio di me sono tempi biblici. Cioè, io sono a scadenza come lo yogurt tanto per intenderci, non vorrei dover dire peccato si poteva fare un qualche intervento, anche uno… ma purtroppo è così “dura lex sed lex”»

Veniamo alle Isole ecologiche che ormai per la stragrande maggioranza dei reggini sono una manna dal cielo. Pensate di implementare il servizio, c’era già un progetto…

«Io penso che un’isola ecologica non basti più e ne servirebbe una a mio avviso sulla zona di Arghillà, cioè là dove bisogna che sia mandato un messaggio, un segnale bisogna dire lo Stato c’è, l’amministrazione comunale c’è. Abbiamo in programma questo, però si capisce che per immaginare una isola ecologica oggi bisogna trovare risorse fare un progetto e come le dicevo immagino di non poterla inaugurare»

Ma la seconda Isola ecologica era già prevista o no?

«Se non sbaglio era prevista sulla zona di Ravagnese, poi non ricordo qual era stato il problema… però la prenda col beneficio del dubbio, per via che lì c’è anche il depuratore, ma era un progetto di qualche anno fa, quindi non le saprei dire con certezza qual è stato il motivo per cui non si è fatta. Però secondo me una a Condera e un’altra ad Arghillà non risolverebbe chiaramente il problema, ma aiuterebbe nella misura in cui, insieme all’isola ecologica, ci sia il presidio fisso di polizia insieme alle risorse che lo Stato dovrebbe mandare non al comune di Reggio Calabria, ma a tutti quei comuni che vivono queste condizioni di disagio in aree particolari, e io credo che il risultato ottimale si potrebbe davvero ottenere».

I cittadini chiedono costantemente di avere notizie sulla tassa dei rifiuti. Per anni a Reggio si è pagata i la Tari ai massimi livelli e si è detto che uscendo dal piano di rientro si poteva concepire un taglio o comunque un abbassamento della tariffa, invece cosa è successo?

«Mi sembra sotto gli occhi di tutti, e specialmente per noi che paghiamo la Tari, che il tributo è francamente eccessivo, che sarebbe giustificato da un servizio perfetto, eccellente, Io sono il primo a dirlo perché non ho il prosciutto negli occhi. Io in una scala da 0 a 10 valuto il servizio 7. Fosse 10 probabilmente non si lamenterebbe nessuno della tariffa. Dopodiché noi come primo atto, mi ricordo perfettamente fu il primo bilancio di previsione che noi votammo a luglio 22 come primo atto destinando un milione di euro proprio per il problema della Tari alle famiglie svantaggiate rispetto a degli scaglioni Isee. Dopodiché, finito il piano di riequilibrio i soldi arrivano con l’elicottero e tutto è rose e fiori, no.

Finito il Piano di riequilibrio il paragone deve essere quello di un calciatore che viene da un infortunio lungo un anno: è chiaro che messo in campo non potrà giocare 90 minuti, giocherà intanto gli ultimi 15 minuti, il tempo di poter nuovamente tornare nella forma ottimale. Quindi rispetto a questo è chiaro che va fatto un percorso, ma vanno fatte le cose serie, vanno fatte cose che possono essere rese visibili e contabili alla gente, non il libro dei sogni. Sicuramente si è rimessa in moto una città che fino a un anno e mezzo fa non era in moto».

Tra le sue tra le sue deleghe che c’è anche il ciclo integrato delle acque. Se dico Lido comunale, Villa Zerbi, Ravagnese Sabbie Bianche, Torrente Annunziata dico una storia che sostanzialmente si ripete negli anni, nel senso che il sindaco ha emanato l’ennesima ordinanza di divieto di balneazione intorno a queste zone qui. Ecco dal punto di vista della depurazione qual è la situazione?

«All’epoca il vicesindaco Brunetti aveva fatto un ottimo lavoro rispetto alla depurazione. Noi ci stiamo sostituendo ad Arrical, perché anche questo è nelle competenze di Arrical. Già dal primo gennaio 2024 la depurazione Quindi tutti quelli che sono i servizi manutentivi o di progettazione sono in capo ad Arrical. Noi oggi ci stiamo sostituendo per alcuni per alcuni servizi ed è chiaro che nel momento in cui si dice che da tale data il servizio è in capo ad Arrical io non prevedo ulteriori somme in bilancio per determinati servizi. Quindi è per questo che dico che le cose vanno ragionate tutti insieme».

Lei fa parte di Red, da questi studi Carmelo Versace ha annunciato la nascita di un movimento. A che punto siamo?

«È chiaro che quanto ha affermato il vicesindaco Versace trovata nel riscontro Noi stiamo dialogando con una serie di consiglieri comunali della provincia proprio per dare un ampio respiro a quello che è il movimento Red che non si pone alternativo a niente. Red ha chiara l’idea in testa che bisogna servire e servire bene la città. Noi chiaramente siamo parte del dibattito politico, la strada è tracciata e nel momento opportuno è chiaro che noi faremo le nostre valutazioni rispetto ai percorsi da seguire ma che mi sembrano abbastanza chiari».

Crede che il centrosinistra in generale meriti la riconferma in città?

«Si, ma glielo dico non per appartenenza. Io credo che un giovane sindaco come Giuseppe Falcomatà vada ringraziato per aver gettato il cuore oltre l’ostacolo candidandosi in una condizione davvero di straordinaria tensione e di straordinaria complicatezza. Venivamo da un’amministrazione sciolta per contiguità mafiosa e io ricordo, e non ne abbiamo dato nessuno mai pubblicità su questa cosa, che insieme anche ai consiglieri di minoranza, tutti noi si metteva i soldi per comprare la vernice per verniciare le ringhiere in via Marina, si metteva i soldi di tasca nostra per risistemare il tavolo delle commissioni.

Eravamo veramente in un tugurio con tutto il rispetto parlando, e non era un posto decoroso e dignitoso dove accogliere le istituzioni. C’era veramente la difficoltà nel dire se sistemare una perdita idrica o sistemare una buca. Oggi questa città è uscita fuori dal piano di riequilibrio, che è un successo perché sarebbe stato più semplice dire guardate non è colpa nostra dichiariamo il dissesto, invece no, basta, la città ha bisogno di pacificazione, però le cose vanno raccontate perché la memoria è importante»

Le ha dato fastidio quando alcuni hanno ironizzato sulla sua persona all’atto della nomina in giunta?

«Sono dell’avviso che le persone non vanno giudicate o pesate secondo un titolo di studio, io in scienza e coscienza ho deciso dopo il quinto superiore di chiudere la mia esperienza a scuola e di andare a lavorare. Con il mio lavoro, in maniera dignitosa e onesta, mi sono fatto una famiglia sposando 25 anni fa la donna che amo, abbiamo avuto un figlio, nessuno è mai venuto a suonarci a casa e se qualcuno mi dice tu sei un operaio senza laurea, per me non fa altro che lustrare la medaglia che porto al petto. Non ho mai lavorato in un supermercato ma anche se fosse, meglio lavorarci che derubarlo.

Questi accanimenti non mi sfiorano minimamente ma è necessario che la gente capisca che dietro a un politico, non c’è solo un partito o l’uomo politico; ci sono delle mamme, delle mogli e dei figli che magari soffrono rispetto ad attacchi gratuiti. In quella situazione lì avrei potuto rispondere che la notizia era che un assessore a Reggio Calabria deve essere laureato, e che invece non è una notizia se un ministro dei Trasporti o il presidente del Consiglio non hanno la laurea. Poi mi hanno detto che ho lavorato ad Anzio, a Milano e a Roma. Insomma se si deve dare una informazione, bisogna darla in maniera corretta. Volete offendere? Fatelo sul mio operato e non per il fatto che io non sia andato all’Università».

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