Discarica di Comunia, Crea rilancia: «Si cerchi un altro sito»

«L’Assessore all’Ambiente della regione Calabria, Antonella Rizzo, nella conferenza stampa tenutasi lo scorso 25 novembre a Catanzaro asserisce che molte popolazioni non hanno voluto le discariche individuate nel Piano regionale dei rifiuti perché probabilmente si era capito che non sono discariche per lo scarto di lavorazione. Per quanto riguarda la discarica di Comunia di Lazzaro corre l’obbligo alla scrivente associazione di sottolineare che l’Assessore all’Ambiente sa benissimo che la popolazione di Lazzaro è a conoscenza che presso la discarica di Comunia verrebbero conferiti scarti di lavorazione dell’impianto di trattamento di Sambatello». Così in una nota il referente unico dell’Ancadic e responsabile del comitato spontaneo “Torrente Oliveto”.

«La irrevocabile contrarietà manifestata dalla popolazione di Lazzaro alla riapertura della discarica di Comunia – spiega Crea – è stata ampiamente motivata, sottolineando fortemente la inidoneità del sito in quanto la vasta area circostante alla discarica mantiene un alto indice di pericolosità per la popolazione a valle, determinato da frane e smottamenti di terreno che si continuano a registrare, nonché per l’allarmante inquinamento riscontrato dagli stessi funzionari del Dipartimento Ambiente e Territorio della regione Calabria a valle della discarica a circa 60 metri e oltre, tant’è che lo stesso Dipartimento ha ravvisato la necessità di disporre accertamenti sull’intera area per individuare l’estensione, la sorgente, la diffusione dell’inquinamento e gli eventuali responsabili dello stesso, come risulta dal verbale relativo al tavolo tecnico tenutosi il 2 marzo 2018 presso la Città Metropolitana di Reggio Calabria, cui hanno partecipato funzionari della regione Calabria».

Secondo Crea «l’Assessore all’Ambiente sa benissimo che la popolazione di Lazzaro ha sempre decisamente richiesto di predisporre un progetto riguardante la definitiva chiusura della discarica e di cercare un altro sito idoneo, nel rispetto di tutte le condizioni e prescrizioni attinenti. Se queste richieste e motivazioni sono sfuggite all’Assessore all’Ambiente nel leggere le numerose segnalazioni/richieste dell’Ancadic, sarebbe opportuna una rivisitazione di tutta la documentazione inviata a Lei e ad altri Uffici della Regione e non solo».

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