Discariche, Crea: «L’agglomerato di Motta S. G. inserito tra le procedure di infrazione a carico dell’Italia»

La Commissione per le petizioni, con nota dello scorso 15 giugno, in riferimento alla petizione nr. 0720/2012 presentata da Vincenzo Crea a nome dell’Ancadic, sull’aumento delle patologie ambientali a Lazzaro, Motta San Giovanni e nei dintorni, ad integrazione delle precedenti informazioni, ha comunicato le iniziative intraprese fino al mese di marzo 2021 in merito alla gestione dei rifiuti in Italia, compreso la Calabria.

«Il firmatario – afferma Crea – esprime preoccupazione per i crescenti livelli di tumori cancerosi nella zona della provincia di Reggio Calabria, presumibilmente a causa della contaminazione ambientale e della presenza di discariche di rifiuti tossici, e indica che l’aumento  dei tassi di inquinamento dell’ambiente nella zona è stato altresì rilevato dalle autorità sanitarie provinciali. La petizione solleva la questione della gestione inadeguata della discarica di Motta San Giovanni e fa inoltre riferimento all’esistenza di diverse discariche illegali in tale zona.

L’esistenza di diverse discariche illegali in Calabria è confermata dal fatto che 43 delle 200 discariche interessate dalla procedura di infrazione relativa alle discariche irregolari, nell’ambito della quale l’Italia è stata condannata al pagamento di sanzioni pecuniarie, si trovano sul territorio di detta regione. Attualmente 11 di tali discariche devono ancora essere rese conformi. Nell’estate del 2000 sono state segnalate gravi disfunzioni del sistema di raccolta dei rifiuti in alcune zone della regione, in particolare nella città di Reggio Calabria, mettendo in luce le problematiche esistenti in materia di gestione dei rifiuti.

La Commissione prevedeva di ricevere, entro il 5 luglio 2020 (data di recepimento della direttiva UE 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti), il piano regionale di gestione dei rifiuti nella sua versione rivista e un programma di prevenzione dei rifiuti contenente misure e azioni adeguate volte a prevenire che si verifichino situazioni di emergenza in futuro. Le autorità italiane non hanno ancora comunicato ufficialmente alla Commissione l’adozione di una versione rivista del piano».

Per Crea «occorre sottolineare che la predisposizione di un piano di gestione dei rifiuti a norma dell’articolo 28 della 2008/98/CE relativa ai rifiuti non costituisce solo un requisito fondamentale per una pianificazione efficiente della gestione dei rifiuti, bensì anche un presupposto per gli investimenti sostenuti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo di coesione nel contesto della promozione della transizione verso un’economia circolare. Tale presupposto garantisce che gli investimenti cofinanziati dall’UE siano il risultato di una pianificazione strategica e ben concepita per raggiungere gli obiettivi e i traguardi in materia di gestione dei rifiuti.

L’importanza di detto strumento può portare, se del caso, all’adozione di misure esecutive da parte della Commissione nei confronti degli Stati membri che non hanno comunicato i loro piani di gestione dei rifiuti rivisti e/o i loro programmi di prevenzione dei rifiuti. Oltre ai suddetti problemi nella gestione dei rifiuti, recentemente il firmatario ha espresso preoccupazioni in merito al trattamento delle acque reflue. A tal proposito, va ricordato che la Commissione ha avviato quattro procedure di infrazione nei confronti dell’Italia per la violazione della direttiva 91/271/CEE, per un totale di quasi 900 agglomerati interessati, situati in varie regioni d’Italia in cui la raccolta e/o il trattamento dei rifiuti urbani non rispettano le disposizioni della direttiva. L’agglomerato di Motta San Giovanni è incluso in tali procedure di infrazione, così come diversi altri agglomerati della Calabria.

In conclusione la Commissione sta vigilando sulla situazione nella regione per quanto concerne le discariche illegali attraverso l’esecuzione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Sta altresì monitorando i progressi compiuti in materia di trattamento delle acque reflue urbane nel quadro delle procedure di infrazione. La Commissione ha chiesto l’invio a breve termine di informazioni integrative.  La petizione è stata trasmessa dall’Ancadic agli organi di Governo nazionale, regionale e della Città metropolitana, chiedendo a quest’ultima di farsi carico di trasmetterla ai Comuni metropolitani».

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