Incendi, gli esperti della facoltà di Agraria: «Ora preoccupano gli effetti idrologici. Urge intervenire»

«Gli eventi estremi di pioggia (impropriamente definiti “bombe d’acqua”) caratterizzano il regime pluviometrico del clima semi-arido mediterraneo, quale è quello in cui noi rientriamo. Se si consultano gli annali idrologici e si effettua un’analisi statistico-probabilistica degli eventi di pioggia che hanno interessato l’Aspromonte nell’arco di un secolo, ci si rende facilmente conto infatti, come la ricorrenza delle precipitazioni particolarmente intense e severe possa essere “spiegata” senza dover necessariamente “scomodare” il tendenziale cambiamento climatico. Gli eventi estremi di precipitazione pertanto, si verificheranno! E non dovremo neanche attenderli a lungo». È quanto spiega il gruppo di lavoro “Difesa del suolo” della facoltà di Agraria della Unirc, composto da Giuseppe Bombino, Daniela D’Agostino, Pietro Denisi e Antonino Labate.

«Su come gli incendi boschivi stravolgano l’idrologia dei bacini idrografici – continuano gli esperti – e quindi, concorrano ad aumentare i picchi di piena e il dissesto idrogeologico, abbiamo già detto. Tali effetti si trasferiranno da monte verso valle. I fenomeni e i processi che inevitabilmente interesseranno le pendici e la rete idrografica potranno essere mitigati e controllati solo attraverso la pianificazione di un’immensa e complessa opera di sistemazione idraulica-forestale (sia estensiva che intensiva) dei bacini, i cui tempi di realizzazione sono dell’ordine di qualche decennio. Nel frattempo, occorre immediatamente agire nelle aree vallive, che potrebbero presto rivelarsi “impreparate” a sopportare il surplus idrologico proveniente da monte a causa delle mutate condizioni dei bacini idrografici. La Città metropolitana, i Comuni, i Consorzi di bonifica e tutti gli Enti responsabili della gestione del territorio dovranno quindi, avviare con urgenza interventi e misure finalizzati (almeno) al contenimento degli effetti idrologici attesi».

Per il gruppo di lavoro di Agraria, «particolarmente importanti sono: la pulizia e la manutenzione delle reti di smaltimento e di drenaggio urbano; la ricalibrazione delle sezioni idriche dei corsi d’acqua (specialmente in corrispondenza di punti critici) per renderle idraulicamente sufficienti a far transitare in sicurezza i picchi di piena; la rimozione di ostacoli (ad es. vegetazione invasiva) che riducono l’officiosità dei canali artificiali e naturali; il ripristino della funzionalità idraulica delle opere fluviali (briglie a argini); et cetera. E poi, dopo cinquant’anni di disattenzione, è irrinunciabile collocare tra le priorità dei governi regionale e nazionale le politiche della montagna, riassegnando alla pianificazione forestale e alla selvicoltura la tutela attiva del patrimonio boschivo, della natura e della biodiversità, anche nella prospettiva del progresso socio-economico della Calabria.

Nella tabella – concludono gli esperti – è riportato l’incremento del parametro idrologico CN (Curve Number – Soil Conservation Service) avvenuto nei principali bacini idrografici aspromontani a causa degli incendi che hanno distrutto il bosco. Il CN sintetizza la “capacità” del bacino idrografico di assorbire e trattenere la pioggia che su di esso si abbatte, ovvero di trasformarla in deflusso superficiale (come accade nel caso di valori crescenti del CN)».

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