Erosione costiera, Ancadic: «Disattenzione degli Enti locali non interesse per risolvere il problema»

Riceviamo e pubblichiamo da Vincenzo Crea referente Amcadic

Con riferimento alla segnalazione dell’ANCADIC dello scorso 5 ottobre riguardante una situazione di pericolosità della costiera del Litorale di Lazzaro  e danni costieri arrecati dalle continue mareggiate sul litorale da Montebello Jonico-Scilla Foce Fiumara Sant’Anna- Favazzina, la Direzione Generale per la Vigilanza sulle Autorità di Sistema Portuale ed il Trasporto Marittimo e per Vie d’Acqua  Interne del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, con nota dello scorso 2 novembre ci ha comunicato che la Capitaria di Porto di Reggio Calabria a seguito di nuovo sopralluogo disposto dalla succitata Direzione Generale,  ha constatato  che non sussistono criticità, rispetto a quello conosciute, determinate dall’erosione del litorale e che comunque, negli ultimi anni, lungo il litorale di Lazzaro del Comune di Motta San Giovanni risultano essere stati effettuati diversi interventi di salvaguardia della costa e protezione del lungomare.

Con meraviglia dobbiamo osservare che la comunicazione della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria non ha risposto a quanto da noi argomentato ovvero che le barriere soffolte non svolgono più da molto tempo il loro compito, sono state scucite e i marosi di scirocco hanno spostato i massi nelle acque marine. Si segnalava la necessità e l’urgenza di rivedere e correggere le barriere soffolte facendo sì che svolgessero al meglio la loro funzione di proteggere e arginare il propagarsi dell’erosione verso Nord e evitare che i violenti marosi facessero scomparire il notevole tratto di spiaggia rimasto da  sotto la ex Coca Cola a Punta Pellaro.

Sulla base di quali elementi la Capitaneria di Porto ha fornito detta comunicazione asserendo che nulla è cambiato mentre l’ANCADIC  ha ampiamente spiegato   l’aggravata situazione attuale e la necessità e l’urgenza di rivedere e correggere le barriere soffolte facendo sì che svolgessero al meglio la loro funzione di proteggere e arginare il propagarsi dell’erosione verso Nord e evitare che i violenti marosi facessero scomparire il notevole tratto di spiaggia rimasto da sotto la ex Coca Cola a Punta Pellaro, sottolineando tra l’altro che in questo tratto di spiaggia insistono tre Centri sportivi ove si svolgono corsi di Kit Surf- Windsurf. Area relax- Bar che registrano nel periodo estivo una significativa presenza di appassionati e non solo, provenienti anche da alcune città europee, motivo in più per attivarsi affinché i violenti marosi non distruggano ciò che l’uomo in molti anni tra tanti disagi e molti sacrifici è riuscito a realizzare a beneficio anche della collettività segnalando e proteggendo questo inestimabile bene ricadente in uno scenario meraviglioso con la lontana costa siciliana con la gigantesca etna avvolta tra fumate e colate laviche, uno spettacolo affascinante.

.Rileviamo altresì che la Città Metropolitana di Reggio Calabria in riscontro alla sopra citata segnalazione dell’ANCADIC, con nota datata 8 novembre u.s. dello stesso tenore di quanto comunicato dalla Capitaneria di Porto al Ministero non risponde pienamente alla nostra richiesta salvo a comunicarci che c’è un progetto equivalente a nulla nel complesso nel tratto di Pellaro. 

Ripetiamo per l’ennesima volta che i finanziamenti a pioggia, una volta della Regione Calabria, una volta della Città Metropolitana di Reggio Calabria non risolvono nulla, la nostra preoccupazione viene confermata dalla esaustiva e dettagliata relazione inviataci dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale  riguardante il PAI -Piano Assetto Idrogeologico –  nella quale si sottolinea tra l’altro che:” le criticità idrogeologiche evidenziate nell’ambito dei piani stralci caratterizzavano sin dal secolo scorso il tratto di costa in parola, verosimilmente anche all’atto della realizzazione delle strutture ed infrastrutture attualmente presenti. Infatti, la pericolosità dell’area è connessa al forte arretramento della linea di riva già a partire dagli anni 50”.

In conclusione l’ANCADIC ha interessato nuovamente le istituzioni competenti financo la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i vari Ministeri alle quali ha trasmesso le sopracitate comunicazioni unitamente alla relazione dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale ribadendo quanto già richiesto con le precedenti note ovvero di porre in essere un intervento compreso da Montebello – Saline Ioniche a Favazzina, per oggi e non per domani. A tal riguardo nella prima parte del grosso finanziamento dell’Europa all’Italia di euro 24,9 miliardi è stato previsto un progetto che risolva questo importante problema della costa reggina che si trascina da oltre 70 anni. 

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