lunedì,Giugno 17 2024

Lazzaro, Ancadic: «Sul torrente Oliveto il pericolo esondazione è sempre dietro l’angolo»

L'associazione conferma: «Scriviamo dal 1999. E’ sortita una consulenza tecnica d’Ufficio dell’Autorità Giudiziaria e nulla si muove, cosa fare?»

Lazzaro, Ancadic: «Sul torrente Oliveto il pericolo esondazione è sempre dietro l’angolo»

Riceviamo e pubblichiamo dal referente Ancadic Vincenzo Crea

Si fa seguito alle precedenti numerose e diversificate richieste d’intervento, citiamo quella del 7 agosto 2021, per sottolineare che nessun intervento è stato eseguito nel torrente Oliveto e la situazione è decisamente peggiorata a seguito delle recenti piogge che hanno determinato maggiore pericolo per gli insediamenti urbani situati nelle vicinanze del torrente e per le infrastrutture ivi presenti tra cui il depuratore comunale e le condotte fognarie e idriche presenti nell’alveo fluviale.  Si tenga nella debita considerazione che in adiacenza al torrente insiste il villaggio “La Piramide” che potrebbe essere facilmente raggiungibile dalle acque in caso di esondazione del torrente. Le acque torrentizie a seguito delle recenti piogge hanno scavato il letto del torrente scoprendo la tubazione che ha la funzione di scaricare dal depuratore nell’alveo fluviale acque fognarie, riteniamo depurate, e stanno mettendo in pericolo tutto il depuratore. 

L’ANCADIC rinnova la urgente richiesta di un intervento di bonifica del torrente Oliveto in toto e la realizzazione delle opere indicate nella relazione di consulenza tecnica redatta dal collegio peritale nominato dalla Procura della  Repubblica  di  Reggio  Calabria  nell’ambito  del  procedimento  penale  2857/13 RGNR, tra cui la messa in sicurezza dell’invaso di Scillupia che mostra alcune lesioni del conglomerato bituminoso sul coronamento dell’opera di sbarramento  e si aggiungono evidenti indizi di fenomeni franosi attivi. Queste situazioni di processi deformativi in atto, sia dell’opera di sbarramento sia del versante posto in sinistra idrografica possono portare a lesioni significative dell’opera  nonché a sbarramenti (temporanei o permanenti) per frana del corso dell’acqua a valle dell’invaso. 

Per quanto riguarda l’invaso di Vena  i consulenti hanno potuto accertare tra l’altro che l’opera di sbarramento dell’invaso  presenta alcune significative lesioni  del manto stradale, indizio di deformazione in atto dell’opera, ma di ci cui non è stato possibile valutare l’entità.  Inoltre a valle dell’invaso, lungo l’alveo, è stata osservata  la  presenza di numerosi massi, locali attraversamenti e fitta vegetazione che costituiscono elemento di ostruzione al  normale  deflusso  delle  acque con significative ricadute in termini di possibili esondazioni nel caso di portate di piena in concomitanza di precipitazioni intense. A valle di Motta SG è osservabile un esteso deposito di frana costituito da numerosi blocchi di roccia di notevoli dimensioni che possono essere presi in carico dalle acque di deflusso durante eventi di piena e contribuire ad un incremento considerevole della portata solida e totale. Identica situazione si riscontra, seppur di estensione minore a quota 120 m slm, sempre lungo l’alveo del torrente Oliveto, con analoghe possibili conseguenze di incremento di portata solidale.

Da quanto emerge dalla relazione di consulenza tecnica sussistono condizioni che potrebbero cagionare pericolo all’incolumità delle persone  pertanto era ed è necessario intervenire con le modalità della somma urgenza per mettere in sicurezza l’intero torrente Oliveto. Nell’immediato effettuare un’attività visiva e tecnica per verificare anche l’attuale stato di potenziale pericolo cui è maggiormente esposto il depuratore dell’Oliveto a seguito delle recenti piogge e i conseguenziali urgenti provvedimenti da adottare nell’immediato a salvaguardia dello stesso. 

Alto è il rischio che queste escavazioni effettuate dalle acque torrentizie potrebbero interessare le condotte fognarie interrate in alveo ad una profondità non adeguata. Da qui la necessità di spostare come già richiesto le tubazioni fognarie e la stazione di pompaggio delle acque reflue fuori dal torrente.  Bisogna evitare il ripetersi di altri ancor più gravi prevedibili danni. In merito lo scorso 23 marzo l’ANCADIC  ha ancora una volta interessato le Istituzioni competenti tra cui il Governo nazionale.

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