Termovalorizzatore Gioia Tauro, l’Osservatorio Iride striglia la politica

Nel giorno in cui si riaccende il dibattito attorno al termovalorizzatore, l’Osservatorio ambientale Iride decide di disertare l’assemblea pubblica convocata nella sala consiliare del comune di Gioia Tauro dal sindaco Aldo Alessio, anche per il fatto che è arcinota la posizione contraria al raddoppio. «Fondamentalmente conosciamo le posizioni degli altri attori in causa – scrive in una nota il presidente Raffaele Giacobbe – ma ci sembra importante sottolineare qualcosa che riguarda il metodo con il quale si sta continuando a trattare l’emergenza rifiuti».

D’altra parte per l’Osservatorio tutto però va affrontato «con la dovuta serietà» dando il giusto peso a ciò che si dice pubblicamente, dando un senso compiuto agli atti che si approvano in seno ad un consesso che rappresenta una città intera.

«Riteniamo che la protesta sia legittima per la cittadinanza, lo è altrettanto per le associazioni e per i comitati che rappresentano interessi diffusi. Lo è anche per una pubblica amministrazione, ma a patto che si ammetta di aver sottovalutato la situazione circa il raddoppio quando era chiaro quale sarebbe stato l’epilogo e a patto che, contemporaneamente alla protesta, (che sappiamo potrebbe avere un’immediata risonanza mediatica ci si augura che il fine non sia solo quello) si utilizzino senza perdere altro tempo prezioso, tutti gli strumenti necessari per inserirsi e condizionare le scelte politiche attuate dagli enti gerarchicamente superiori anche se retti da ideologia politica diversa».

«Imbarazzante la posizione di Alessio»

Giacobbe fa notare che finora esiste solo una delibera di Consiglio comunale, e che non risulta nessuna risposta dall’amministrazione regionale che qualche giorno dopo la sua adozione ha proceduto a licenziare il riordino dei servizi pubblici ambientali.

«Come già detto, ciò che si afferma pubblicamente assume un peso non indifferente. Riteniamo imbarazzante – incalza l’Osseervatorio – la posizione espressa dal sindaco di Gioia Tauro riguardo la costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione in qualsiasi luogo fuorché nella nostra città. Per quanto è apprezzabile la strenua difesa del proprio territorio, è evidente che un inceneritore inquina a Gioia Tauro quanto a Catanzaro, a Bisignano quanto a Cosenza o in qualsiasi altro posto. Sarebbe stato più corretto dire che non servono termovalorizzatori per salvarci dall’emergenza rifiuti».

Per Giacobbe, un’amministrazione ha pieno titolo per protestare contro la decisione del raddoppio se al contempo si sia prodigata a sottoporre all’attenzione della Regione o della Città Metropolitana delle alternative valide basate su studi e ricerche rispetto alla opportunità del raddoppio.

Il circolo… virtuoso

L’Osservatorio sottolinea che nella gestione dei rifiuti c’è una gerarchia precisa da seguire che prevede la riduzione dei rifiuti, privilegia il riciclo e il riutilizzo, e considera come ultima opzione l’eventuale incenerimento o lo smaltimento in discarica. «La politica regionale, propensa a risolvere nella maniera più veloce il problema bruciando i rifiuti, è finita per bruciare anche le prime due tappe della direttiva europea, che, lo ricordiamo, è vincolante non solo nel resto d’Europa, ma anche alle nostre latitudini».

Da qui il “suggerimento”: «Ciò che la politica calabrese tutta dovrebbe attuare è un circolo virtuoso dei rifiuti, basato su un sistema di raccolta differenziata che, se ben organizzata, porterebbe allo spegnimento degli inceneritori e non vi sarebbe ragione alcuna di pensare addirittura ad un raddoppio, soprattutto tenuto conto che le direttive europee fissano tra 7 anni una deadline da rispettare per il raggiungimento del 65% di rifiuto differenziato. Ci chiediamo quindi – conclude la nota – a che cosa serva un nuovo impianto di termovalorizzazione se le testimonianze europee (vedi termovalorizzatore Amager Bakke di Copenhagen, famoso per la sua pista da scii e preso a modello da vari amministratori) dimostrano che il loro utilizzo associato ad un sistema di raccolta differenziata è pressoché irrilevante, tanto che per ammortizzare i costi esorbitanti importano rifiuti da altri Paesi».

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google