domenica,Giugno 16 2024

Reggio, avvistato ad Arghillà raro esemplare di falena “Acherontia atropos”

L’esemplare di divenuto famoso col film “Il silenzio degli innocenti” mancava in riva allo Stretto da 40 anni da quarant’anni

Reggio, avvistato ad Arghillà raro esemplare di falena “Acherontia atropos”

Dopo quarant’anni la falena Acherontia atropos torna a fare visita a Reggio Calabria, in particolare la specie è stata individuata ad Arghillà. L’ultimo avvistamento della specie comunemente conosciuta come “Sfinge testa di morto”, a causa di una peculiare macchia sul torace che crea l’illusione di un teschio umano, risaliva infatti al febbraio 1982 (Longo S. 2016) in riva allo Stretto. Una farfalla diventata famosa con il film “Il silenzio degli innocenti”, la cui locandina riprende proprio la famosa farfalla con il teschio.

«Il 28 marzo scorso, un cittadino di Arghillà, quartiere di Reggio, ci ha mandato la foto di una falena che è poi stata identificata come una Acherontia atropos» segnala un’esponente del Global Butterfly Census, il primo censimento globale di farfalle e falene e si basa sui contributi dei privati cittadini, che possono mandare le foto delle farfalle o delle falene che avvistano (senza disturbarle) insieme alle loro coordinate geografiche, al numero WhatsApp +39 3512522520 o all’e-mail info@friendoftheearth.org.

«Finora, abbiamo ricevuto oltre 1500 foto da 33 Paesi, che ci hanno permesso di costruire una mappa interattiva che servirà a elaborare misure di tutela più efficaci per queste specie».

Nello specifico «L’Acherontia atropos è una falena originaria del Nord Africa, che viva a temperature calde. Comunemente nota come “Sfinge di testa di morto” a causa macchia sul torace che crea l’illusione di un teschio umano, ha abitudini notturne e può essere attratta dalla luce artificiale. Molto golosa di miele, si introduce negli alveari e nei favi rilasciando molecole chimiche compatibili con quelle delle api operaie. Una volta ricevuta l’immagine, la naturalista Clarissa Puccioni, Project Manager del progetto, si è messa subito al lavoro assieme al divulgatore Alessandro Bisi, fondatore del sito Papilionea. Dai loro studi, è arrivata la conferma: dopo quarant’anni, la falena è tornata a fare capolino a Reggio Calabria.

La sua assenza – secondo gli studiosi – potrebbe essere dovuta ad agricoltura intensiva o sbalzi climatici importanti. Il generale aumento delle temperature, invece, potrebbe aver creato a Reggio un ambiente favorevole allo sviluppo della specie, che da migratoria potrebbe diventare stanziale».

(foto dal sito http://www.entomologando.com/)

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