venerdì,Aprile 26 2024

Inceneritore a Gioia Tauro: rischioso per la salute o necessario per il territorio?

Il raddoppio del termovalorizzatore della città del porto annunciato dal governatore Occhiuto ha riacceso le proteste sul territorio

Inceneritore a Gioia Tauro: rischioso per la salute o necessario per il territorio?

di Francesco Altomonte – Associazioni, comitati e politica locale sono in rivolta da mesi per evitare che l’impianto venga ampliato. Dall’altra parte della barricata c’è la giunta regionale guidata da Roberto Occhiuto, che ha già annunciato di volere correre rapida verso il raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro per cercare di risolvere una volta per tutte la questione dei rifiuti in Calabria.

Del tema, centrale da anni in Calabria, se n’è discusso nella puntata di ieri di Dopo della notizia, condotto da Pasquale Motta, nel corso della quale è stato intervistato il consigliere regionale e esponente dell’associazione Isde Ferdinando Laghi. L’esponente del gruppo De Magistris presidente parte da una posizione nettamente contraria agli impianti di incenerimento e, anche in questa occasione, ha ribadito il concetto.

Un’altra testimonianza, raccolta durante il programma di LaC da Agostino Pantano, è quella del sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio. Il primo cittadino insieme a chi si oppone all’impianto ha presentato un esposto alla procura di Palmi affinché indaghi sulla vicenda. «Ci siamo accorti – spiega Alessio – che mancano degli studi che sono resi obbligatori dalle successive riforme del Codice dell’ambiente. Ci sono state nei mesi scorsi dichiarazioni parecchio contraddittorie da parte del presidente Occhiuto – prosegue Alessio – specie quando ammette che l’impianto attuale inquina e che per evitare tutto ciò bisogna raddoppiarlo. Beh, se l’impianto inquina come lui dice deve immediatamente chiuderlo oppure far capire quali misure siano state adottate per non renderlo pericoloso».

Costruito da oltre 20 anni, l’impianto di contrada Cicerna a Gioia Tauro, chiamato in maniera impropria termovalorizzatore, in questi anni non ha prodotto quell’energia per cui era nato, quindi nella città del porto si bruciano solo i rifiuti che non possono essere differenziati.

La posizione del governatore Occhiuto, come detto, è contestata da più parti, ma a sua parziale discolpa possiamo dire che

nel Piano regionale dei rifiuti, licenziato dalla giunta Chiaravalloti e fatto proprio da tutte le altre, è stato ereditato dall’attuale presidente della Regione Calabria. Nel documento si parla da allora di raddoppiare l’impianto di Gioia Tauro, costruendo altre due linee per bruciare 250mila tonnellate di rifiuti all’anno contro gli attuali 125. La beffa, però, per i cittadini della Piana di Gioia Tauro è doppia: quando negli anni ’90 si iniziò a parlare di termovalorizzatori in Calabria, gli impianti avrebbero dovuto essere due: uno a Gioia Tauro e l’altro a Castrovillari, per averne uno a Nord e uno a Sud. Mentre, però, nella città del porto fu costruito, a Castrovillari le forti resistenze del territorio hanno fatto abortire il progetto. Continua a leggere su LaCnws24.it

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