Arrical, Metrocity Reggio in attesa del Tar. E in Consiglio regionale si chiede di sospendere la procedura

Comuni in rivolta per il repentino cambiamento da Ato ad Arrical. Moltissimi, pur aderendo ad Arrical, hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Tra di essi anche la Città metropolitana di Reggio, il cui ricorso sarà discusso in queste ore.

Il ricorso di Metrocity di Reggio

È un botta e risposta sempre più acceso quello tra Metrocity di Reggio e governo Occhiuto. In particolare, il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, non perde occasione, da qualche settimana, per evidenziare la necessità di avere le deleghe regionali (almeno) su determinati temi fondamentali per il governo del territorio (trasporto pubblico e agricoltura). Nello specifico Metrocity ha fatto ricorso contro decreto Calabria della Regione e gli atti relativi all’utilizzo del personale degli ambiti territoriali ottimali con gli oneri di pagamento delle loro indennità a carico degli enti locali.

L’interrogazione di Lo Schiavo

A cercare di mettere una pezza e sedare gli animi ci pensa il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo con una interrogazione a risposta immediata destinata al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, in ordine alla nuova Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria (Arrical) e alla gestione del sistema idrico calabrese.

Nell’atto si chiede al presidente Occhiuto «Se non si ritenga necessario sospendere lo stato di attuazione del trasferimento del servizio idrico alla Regione in attesa di chiarimenti normativi ed organizzativi indicati nei ricorsi al Tar presentati dai Comuni calabresi».

Secondo Lo Schiavo la nascita di Arrical ha portato nuove criticità. Un repentino «cambio si governance determina una serie di preoccupazioni, sia in ordine alla situazione contabile dei Comuni – chiarisce il consigliere mettendosi nei panni degli amministratori comunali – sia per quanto concerne la gestione operativa di manutenzione e gestione delle reti. Nel ricorso al Tribunale amministrativo regionale, i sindaci calabresi hanno osservato, tra le altre cose, che “il gestore unico regionale non può escludere dalla gestione del servizio idrico integrato pezzi del sistema e subentrare soltanto in alcuni di essi, quali la bollettazione e la riscossione della tariffa, lasciando la gestione dell’intero servizio idrico integrato ai Comuni che, conseguentemente, ne devono sopportare i costi”».

Il cronoprogramma

Sempre nei ricorsi si evidenzia «Un chiaro elemento di incostituzionalità presente nella Legge n. 32 del 21 dell’ottobre 2022, nella parte in cui recita: “l’Arrical, ove individui Sorical Spa quale gestore unico del servizio idrico integrato, definisce il cronoprogramma del subentro del predetto gestore unico agli attuali gestori, fermo restando il subentro immediato nella riscossione della tariffa”, in quanto entrerebbe in palese violazione dell’autonomia finanziaria riconosciuta agli Enti locali e, anche, del comma 6 dell’articolo 119 della Costituzione per il quale i Comuni “possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento”».

Dunque, secondo Lo Schiavo, è emerso «Unproblema di coordinamento tra Regione ed Enti locali e uno scarso coinvolgimento dei sindaci nell’operazione. Così come non passa inosservato il fatto che la nomina del direttore tecnico di Arrical, di diretta emanazione del presidente, svuota di senso il ruolo dei primi cittadini, facendo venir meno il principio di leale collaborazione fra Regione e Comuni ai quali si chiede oggi di aderire acriticamente ad un qualcosa di già preconfezionato». Da qui la richiesta della sospensione del «trasferimento del servizio idrico in attesa di conoscere il responso del Tar rispetto ai ricorsi presentati dai Comuni».

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