Aeroporto dello Stretto, la disavventura della conduttrice Rai Pannitteri alla stazione… fantasma
Lo scalo ferroviario che avrebbe dovuto servire il "Tito Minniti" altro non è che una cattedrale nel deserto
Metti un turista a caso che, dopo aver trascorso qualche giorno in riva allo Stretto, debba ripartire per tornare a casa. Come ogni normale turista si informa su come raggiungere l’aeroporto per prendere il volo di ritorno. Scopre quindi che c’è proprio una fermata del treno che fa al caso proprio. Così, il giorno della partenza, prende il treno e scende alla stazione ferroviaria dello scalo aeroportuale.
Tutto normale, se non fossimo a Reggio Calabria, dove la stazione ferroviaria che avrebbe dovuto servire lo scalo aeroportuale altro non è che una cattedrale nel deserto. Distante circa 1km e mezzo dall’aeroporto, raggiungere lo scalo a piedi è praticamente impossibile, ma anche farlo con un eventuale macchina o navetta. Il tragitto da compiere segue praticamente un canale di regimentazione delle acque trasformato in strada, che passa proprio sotto la pista aeroportuale in un mini tunnel trapezoidale completamente al buio e lungo circa 250 metri. Attraversamento che oggi è una vera e propria discarica ricolma di rifiuti abbandonati, la cui strada è sbarrata in parte da un cancello ed in parte da una barriera new jersey. Un ambiente indegno e neanche da terzo mondo, possibile ricettacolo di animali selvatici e di altri pericoli.
Metti che tutto questo non sia successo ad un turista qualsiasi, ma addirittura ad una conduttrice del Tg1 che, dopo essere stata accolta a Reggio Calabria fra i Bronzi di Riace ed il meritorio Premio Muse 2023 consegnato dall’Associazione Culturale diretta da Giuseppe Livoti, riceva questa bellissima cartolina d’addio che va a vanificare lo sforzo di chi si impegna giorno dopo giorni per una città migliore ed inclusiva.
Adriana Pannitteri, protagonista dello spiacevole accaduto, dal 2001 è conduttrice del Tg1, dal 2009 al 2012 ha curato e condotto la rubrica del telegiornale “L’Intervista” ed è stata conduttrice di “UnoMattina Estate“. La giornalista ha voluto raccontare sui social l’accaduto.
«Peccato che il mio fido cellulare abbia deciso di scaricarsi proprio mentre mi accingevo a documentare qualcosa che ha dell’incredibile. Venite signori delle istituzioni e scendete dal treno alla stazione “Reggio Calabria Aeroporto”. Vi troverete ad almeno un chilometro di distanza dalla struttura, e per arrivarci a piedi percorrerete un tunnel buio e sporco, costellato di spazzatura e materassi e calcinacci, senza un cartello o un essere umano a dare indicazioni. Il ponte sullo Stretto, scusatemi, sarà una meteora se tutto questo sembrerà normale. Giunti infine sul posto … i signori dell’ufficio hanno esclamato: “embè, non lo sapevate?”».
Stessa situazione accaduta poco meno di un anno fa, a settembre, ad una coppia di anziani provenienti dall’Area Grecanica, risoltosi solo grazie ad un incontro fortuito con un residente della zona, che si offrì di accompagnarli presso lo scalo aeroportuale con la propria macchina, salvandoli dalla perdita del volo e probabilmente da altre situazioni raccapriccianti.
Nel novembre dello scorso anno, dopo un intervento di pulizia effettuato dalla ditta di RSU, fu il Sindaco F.F. Brunetti a tuonare in consiglio comunale: «l’apertura al traffico del sottopasso non è di competenza del Comune. L’amministrazione si è solo assunta la responsabilità di ripulirlo dei rifiuti lasciati irresponsabilmente dalla cittadinanza. La competenza non è nostra ma è di Sacal alla quale abbiamo chiesto la riapertura proprio perché capiamo il beneficio che la cittadinanza ne trarrebbe». Immediata, quella si, fu la risposta di Sacal, la società di gestione dell’aeroporto: «la strada Contrada Livari Inferiore, con relativo sottopasso della pista aeroportuale, insiste sul Demanio fluviale, dunque non è di competenza Sacal».
Dopo un anno di scarica barile e di gioco del cucuzzaro nulla si è mosso. Anzi, si è tornati peggio di prima, con più sporcizia, abbandono e disservizi. Questa volta, però, testimoniati da una cronista del Tg1 che la città avrebbe dovuto coccolare come un ospite speciale.