Reggio, il Csoa Cartella: «Il parco lasciato all’incuria e al degrado»

«Quando siamo entrate questo parco era una grande discarica a cielo aperto, luogo di spaccio e prostituzione. Da quel momento, e nella totale assenza delle varie amministrazioni comunali, l’abbiamo pulito, curato, reso vivo e fruibile per quel territorio per cui era stato pensato. Il Parco è tornato a vivere e ad essere frequentato dalle prime ore del mattino fino a sera ed a notte inoltrata». Ad affermarlo in una nota le attiviste del Parco Angelina Cartella di Gallico Marina.

«Oggi apprendiamo dell’esistenza di un progetto di presunta “riqualificazione”, per cui l’Assemblea, che si occupa della gestione del Parco da oltre ventun anni, non è stata in alcun modo interpellata, nonostante la legge urbanistica regionale preveda l’obbligo di consultare la comunità di riferimento nel caso di interventi sul territorio» prosegue la nota.

«Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un progetto per molti aspetti discutibile, calato dall’alto, che prevede l’abbattimento di alberi, garanzia di frescura e colmi di nidi, e soprattutto la chiusura del Parco con un cancello e la conseguente assegnazione a privati, che intende spazzare con un colpo di spugna ventun anni di esperienza di occupazione ed autogestione».

«Chiediamo che l’approvazione del progetto esecutivo venga sospesa nelle more di un incontro, che risolva le criticità e ne ottimizzi la funzionalità e chiediamo di essere convocate formalmente e con urgenza dal consigliere delegato al Verde Massimiliano Merenda e dal responsabile del procedimento Enzo Cotroneo. Non sono più i tempi per creare barriere architettoniche, abbattere alberi, circoscrivere e limitare l’accesso ad uno dei pochi posti verdi fruibili della periferia della nostra  città e regalare i soldi delle nostre tasse a chi vuole farne, nella migliore delle ipotesi, un uso non utile e sconsiderato» concludono le attiviste.

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