Reggio Calabria, aggredì sacerdote riducendolo in fin di vita: condannato a 12 anni

di Alessia Candito – Lo aveva solo rimproverato per gli schiamazzi notturni, ma a quella ramanzina aveva risposto con un pestaggio che ha lasciato il sacerdote don Giorgio Costantino in fin di vita. Per questo Giacomo Gattuso, 28enne di Reggio Calabria, è stato condannato ieri a 12 anni di carcere per tentato omicidio dai giudici di Reggio Calabria.

Sei mesi, con la sospensione condizionale della pena, sono stati inflitti a Simone Liconti, accusato di favoreggiamento , mentre è stato assolto Agostino Marco Ceriolo.

Tutto è avvenuto nella notte fra il 23 e il 24 maggio del 2017. Disturbato dagli schiamazzi, don Giorgio Costantino era uscito dalla canonica per affrontare quei ragazzi che da tempo frequentavano la piazzetta antistante e con i loro schiamazzi gli davano il tormento.

Quella notte erano entrati nel cortile della canonica, dove nei mesi precedenti il sacerdote aveva fatto installare una telecamera per identificare i vandali che regolarmente danneggiavano gli arredi. Ed è stato proprio quel sistema di videosorveglianza a raccontare l’aggressione. Le immagini mostrano il gruppo di ragazzi che si introduce in cortile e poco dopo l’arrivo di don Giorgio. Richiamati dal parroco, che forse ha minacciato di avvertire le forze dell’ordine, i ragazzi non si sarebbero né spaventati, né allontanati.

Al contrario. Li si vede mentre affrontano il sacerdote, lo circondano, iniziano a spintonarlo, probabilmente lo minacciano, lo insultano, poi qualcuno inizia a picchiarlo. Un’aggressione brutale, che al sacerdote ha causato un ematoma esteso che è stato necessario ridurre con un delicato intervento chirurgico, seguito da due giorni di coma farmacologico.

Una conseguenza della raffica di colpi ricevuta, che si è fermata solo quando qualcuno ha urlato a tutti di fuggire, temendo che Don Giorgio fosse stato colpito a morte. In pochi attimi il branco si è dileguato, ma grazie a quelle immagini e a un’indagine lampo dei carabinieri in poco più di 24 ore il gruppo è stato individuato e l’aggressore identificato.

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