martedì,Maggio 21 2024

Brogli elettorali, Davi: «Il ministero degli Interni si occupi del caso Reggio»

Il giornalista, già candidato a sindaco ribadisce: «Al di là della piega che prenderà l’inchiesta giudiziaria, si deve tornare al voto»

Brogli elettorali, Davi: «Il ministero degli Interni si occupi del caso Reggio»

«Passi che la gestione operativa di queste elezione meriterebbe la messa in onda di  puntate in serie di ‘Striscia la Notizia’, ‘Report’, le ‘Iene’; passi che abbiamo documentato nero su bianco gli strafalcioni  inauditi dei vari seggi senza sapere assolutamente  nulla della inchiesta della Procura della Repubblica e dei presunti voti taroccati organizzati da un esponente del Pd.

Passi che è stato consentito ai ‘guardiani del tempio’ di Falcomatà di molestare gli elettori senza che nessuno si scandalizzasse e controllasse durante i giorni delle urne; passi ancora che Reggio Calabria e le sue elezioni sono oggetto di umilianti prese per i fondelli su tutti i social con un danno di immagine sconfinato per la comunità reggina . E ancora: passi che ad oggi non sono stati pubblicati sul sito della Prefettura i risultati definitivi di una elezione che si è svolta ormai mesi fa. Passi tutto questo» scrive in una nota Klaus Davi, già candidato a sindaco di Reggio Calabria.

«Ma proprio perché sono convinto invece che le istituzioni hanno la funzione di garantire e mantenere viva   la fiducia dei cittadini verso i meccanismi democratici stessi, soprattutto se si parla di voto in una terra difficile come la nostra, ritengo improbabile che il Ministero degli Interni guidato da una persona responsabile e preparata come Luciana Lamorgese potrà ignorare il nostro esposto e quantomeno non dedicargli un minimo di attenzione.

A mio avviso, al di là della piega che prenderà l’inchiesta giudiziaria, in almeno 40 seggi – quelli gestiti “personalisticamente” da Antonio Castorina (secondo almeno quanto traspare dall’indagine) e i suoi ipotetici collaboratori, si deve tornare al voto. Nel puro interesse della democrazia e non certo per spirito di rivalsa».

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