venerdì,Aprile 26 2024

Morte Nino Candido, i difensori dell’imputato: «Vincenti non aveva intenzione di uccidere»

Ad Alessandria nuova udienza del processo per la morte dei tre vigili del fuoco. La sentenza attesa l’8 febbraio

Morte Nino Candido, i difensori dell’imputato: «Vincenti non aveva intenzione di uccidere»

Di nuovo in aula stamattina alla corte d’Assise di Alessandria dove si sta celebrando il processo per la morte dei tre vigili del fuoco Matteo Gastaldo, Marco Triches ed il reggino Antonino Candido, avvenuta a Quargnento il 5 novembre 2019. Nell’ultima udienza le parole di scusa dell’imputato, Giovanni Vincenti e la richiesta del pm, Enrico Cieri, di una condanna a trent’anni per Vincenti e per la moglie Antonella Patrucco.

Stamane la parola ai difensori Vittorio Spallasso che, con Lorenzo Repetti, si occupa di Vincenti e Caterina Brambilla, legale di Antonella Patrucco. Nella sua arringa Spallasso ha sottolineato la mancanza di volontà dell’imputato di uccidere, evidenziando la differenza che c’ nella componente soggettiva di dolo eventuale e colpa nel reato di omicidio.

Secondo l’avvocato, nel caso di specie, si tratterebbe di colpa e non di dolo. A tal proposito, il legale menziona la chiamata nel corso della quale i carabinieri avevano avvisato vincenti dell’avvenuto scoppio. Per la difesa l’imputato non aveva preventivato la seconda esplosione ossia quella che causò la morte dei tre vigili del fuoco. A riprova di ciò il timer era stato programmato per l’1.30 “per non nuocere ad alcuno”. Avvisato dello scoppio, Vincenti ha pensato che qualcosa non avesse funzionato.

L’avvocato Brambilla per la Patrucco ha chiesto, in primis, l’assoluzione per non aver commesso il fatto. La donna, secondo la difesa, non può essere chiamata a rispondere delle stesse contestazioni mosse al marito perché non era a conoscenza del piano dello stesso, indicato come l’unico artefice dell’accaduto.

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