Asp Reggio, i Piromalli stabilivano trasferimenti e pagamenti grazie al dirigente medico compiacente

Scelto dalla ‘ndrangheta e asservito ai desiderata del clan Piromalli, cosca che decideva su trasferimenti di personale e di tempi e modi del pagamento delle forniture sanitarie.

Questo, in estrema sintesi, il profilo tracciato dalla Dda di Reggio Calabria del medico Salvatore Barillaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e altri reati nell’ambito dell’inchiesta Chirone. Barillaro, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa da gip distrettuale ha «assunto la qualifica di direttore sanitario e divenendo “mero esecutore” di decisioni assunte dai Tripodi (appartenenti al clan Piromalli) inerenti varie nomine, tra cui quella di Scarfò Nicola, quale responsabile del Poliambulatorio di Gioia Tauro (nel marzo 2017) o inerenti trasferimenti di dipendenti ed attivandosi per dare corsia preferenziale ai mandati di pagamento che il laboratorio Minerva doveva ricevere dall’Asp».

Secondo la ricostruzione operata dagli inquirenti, i fratelli Giuseppantonio e Francesco Michele Tripodi, deceduti nel 2018 e il figlio di quest’ultimo, Fabiano Tripodi, anche lui medico, sono espressione della cosca Piromalli, che attraverso i medici-imprenditori controllava le commesse di materiale sanitario nei presidi ospedalieri nella provincia di Reggio Calabria. Numerose le dichiarazioni di pentiti finite nell’ordinanza che testimoniano la presunta appartenenza alla cosca Piromalli dei Tripodi. Tra questi, un altro medico-imprenditore, Marcello Fondacaro, condannato in via definitiva per mafia. Continua a leggere su LAc News24

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