‘Ndrangheta, aggressione a Klaus Davi ad Archi: al via il processo

Il 3 giugno si terrà la prima udienza del processo per le minacce di morte subite da Klaus Davi 4 anni fa, in un bar di Reggio Calabria. Lo hanno reso noto i legali del giornalista, Francesco De Luca, del Foro di Vibo Valentia ed Eugenio Minniti, del Foro di Locri. Il Pm che ha in carica il procedimento è Alessandro Moffa, che sentirà Davi in qualità di parte offesa.

Il fatto risale al 4 luglio del 2017, quando Davi fu oggetto di gravi minacce da parte di Nicola Tirintino, figliastro di un esponente della famiglia dei Tegano di Archi. «Sei vivo solo perchè ti protegge la legge ma arriverà il tuo turno», aveva urlato Tirintino a Davi, in quell’occasione. Il giornalista – che risiede nel quartiere Archi Cep quando viene in Calabria – si trovava in un bar sulla via Nazionale di Archi, quando sopraggiunse Nicola Tirintino, figlio di Caterina Romeo (la donna che anni fa urlò “uomo di pace” fuori dalla questura di Reggio Calabria), cognata di Giovanni Tegano.

Davi vedendolo, gli rivolse alcune domande, quali «Dimmi, chi comanda ora ad Archi?» e «Chi è al vertice ora che Giovanni è in galera?». Le incalzanti domande di Davi hanno fortemente irritato Tirintino che iniziò a minacciarlo pesantemente davanti all’allora proprietario del bar, Antonio Utano (figlio di Pasquale Utano e cognato del boss Paolo Rosario de Stefano). Visto che il clima stava per trascendere, Davi chiamò una volante della Polizia che arrivò poco dopo e identificò tutti i presenti.

Ma l’accesa discussione è proseguita anche davanti agli agenti. Il titolare del bar, senza alcun imbarazzo, invitò Davi a non farsi più vedere nel locale. All’indomani dell’aggressione, l’allora procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho annunciò che la Procura sarebbe andata a fondo circa l’episodio. Cosa poi effettivamente avvenuta.

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