Totò La Russa, Sangiorgino d’oro meritato per il poliziotto gentiluomo

Pochi minuti dopo aver ricevuto il “Sangiorgino d’oro” ha inteso fare una dedica: «Alle vittime di violenza e di ogni forma di prevaricazione». E non poteva essere diversamente per uno come lui che, ormai da 32 anni, ogni giorno dedica la sua vita proprio alla difesa di chi è vittima di soprusi di ogni genere. Lui è Antonio La Russa, per tutti “Totò”, 54 anni a luglio, e buona parte della sua esistenza votata alla divisa della Polizia di Stato che indossa con orgoglio nel grado di ispettore.

Quando gli hanno comunicato che avrebbe ricevuto il massimo riconoscimento per un reggino, ha stentato a crederci. Lui, che al massimo riceve i ringraziamenti della gente comune, ben difficilmente si sarebbe sognato di essere “selezionato” per un premio così prestigioso. Ed invece qualcuno, dalle parti di palazzo San Giorgio, stavolta la scelta l’ha azzeccata davvero.

Perché Totò La Russa è uno di quei poliziotti di cui ci sarebbe sempre bisogno all’interno di una questura. La sua divisa tradisce, già a prima vista, il carisma investigativo del bravo “sbirro”: una ferita in servizio che risale ormai a tanti anni fa, ma che dà la cifra di un uomo che non è avvezzo a risparmiarsi quando sta al lavoro. Anzi, parlare di lavoro, quando si fa riferimento a Totò La Russa, è abbastanza riduttivo. Lui il servizio verso il prossimo lo ha scelto come missione ben prima di indossare la divisa. Lo ha scelto quando ha iniziato a frequentare gli scout e ne è divenuto un punto fermo, mettendo insieme la sua indole di esploratore con quei principi cristiani ai quali non ha mai rinunciato, neppure quando si è trattato di applicarli nel lavoro da poliziotto.

Non è un mistero che “Totò” sia uno di quegli investigatori della “vecchia guardia” che ancora è in grado di conoscere un po’ tutto del territorio dove lavora. Per lui le chiamate non sono semplici interventi. Si tramutano in storie. In persone. Non è uno di quei poliziotti spigolosi, pur senza fare mai sconti a nessuno. Per decenni ha svolto servizio alla sezione volanti, per poi decidere di rimanere sempre nell’ambito del pronto intervento. Ma in sella ad una di quelle moto che sfrecciano di corsa quando bisogna fare presto. E Totò La Russa è proprio uno di quelli che arrivano quando il cittadino chiede aiuto. Non un semplice uomo in divisa, dunque, ma un poliziotto che avverte dentro di sé il senso di una missione che non si esaurisce al termine di un turno. Uno di quei poliziotti che speri sempre di incontrare quando la vita ti riserva momenti difficili, tanto da essere costretto a chiamare la forza pubblica.

Sì, la scelta arrivata da Palazzo San Giorgio, questa volta è stata azzeccata: Totò La Russa è un reggino “doc” che merita di avere il riconoscimento più importante che si deve a chi ha dato lustro alla città. Lui lo ha fatto e continua a farlo con l’orgoglio di chi sa che sta servendo non solo l’istituzione per la quale lavora, ma una intera comunità.

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