lunedì,Giugno 17 2024

È morto Gioacchino Campolo, il re dei videopoker. La denuncia della figlia Adriana

La donna accusa: «Farò denuncia in questura, evidenti errori nella gestione di mio padre come paziente. Rispettate il nostro dolore»

È morto Gioacchino Campolo, il re dei videopoker. La denuncia della figlia Adriana

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Adriana Campolo, figlia di Gioacchino Campolo, conosciuto anche come “il re dei videopoker”.

Buongiorno, mi chiamo Campolo Adriana, figlia di Gioacchino Campolo.
Prima che l’evento doloroso che ha investito la mia famiglia diventi argomento di cronaca e non di dolore, comunico all’intera città, quella che lo amava e lo conosceva e quella che lo ha pugnalato, accusato e che forse non sarà così affranta per questa notizia, che giorno 22 giugno mio padre è deceduto.

Chiedo il massimo riserbo, in primis per rispetto di un essere umano e di un padre, ma anche per la circostanza che vede una figlia procedere ad una denuncia in questura per evidenti errori nella gestione di mio padre come paziente, anziché poter piangere e vivere il dolore che la perdita di un padre speciale come lui porta nel cuore.
La cronaca giudiziaria la conoscete tutti e dato che nessuno ha voluto ascoltarmi per fare uscire la verità in quel contesto, chiedo in ugual modo indifferenza rispetto ad un dolore immenso.

Mio padre è e sarà sempre un uomo e un padre esemplare ed il rispetto della morte e del dolore credo fermamente debba prescindere da qualsiasi articolo che richiami fatti che di cronaca attuale non hanno nulla. Specialmente, chiedo, che non vengano pubblicate a corredo di tale lettera, alcuna foto che nulla riguarda la notizia che state diffondendo.
Se tutto ciò verrà pubblicato, vi dico grazie per avermi ascoltato almeno una volta, anche se troppo tardi.

Adriana Campolo


Abbiamo deciso di pubblicare integralmente la lettera di Adriana Campolo, senza togliere nulla né aggiungere altro. Tuttavia, per mero dovere di cronaca e per correttezza nei confronti dei lettori, va detto (fuori dalla lettera) che, negli anni scorsi, come ricorda la stessa figlia, l’uomo fu coinvolto in diverse inchieste della Dda. Una di esse sfociò in una condanna definitiva per estorsione aggravata dalle modalità mafiose nei confronti dei dipendenti di Campolo. Ciò, ovviamente, nulla può né deve togliere al profondo dolore dei familiari per la perdita del loro congiunto. Dolore che deve essere pienamente rispettato da tutti. Essi, inoltre, hanno tutto il diritto di andare avanti e chiedere giustizia se ritengono che il loro familiare non sia stato trattato in maniera consona e non siano state prestate le cure necessarie. IlReggino.it continuerà a seguire la vicenda.

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