Messa in Cattedrale per il boss Tegano, ReggioNonTace: «La Chiesa fornisca al più presto le motivazioni»

«È stata celebrata sabato scorso, nella Cattedrale di Reggio Calabria, una messa in suffragio di Giovanni Tegano, riconosciuto in sede penale come pluriomicida in associazione a delinquere di stampo mafioso da cui la condanna all’ergastolo. Il movimento ReggioNonTace esprime in proposito il proprio sconcerto e la propria preoccupazione». sono queste le parole di disappunto per quanto accaduto, del movimento reggino.

«Riconoscendo la funzione di accoglienza universale della Chiesa – continua – secondo le modalità che le sono proprie, e anche rispetto al suo univoco giudizio e conseguente azione nei confronti di chi si macchia di delitti mafiosi, noi di RNT auspichiamo, proprio riconoscendo questo suo ruolo essenziale alla lotta alla ‘ndrangheta, che nel caso specifico, per l’impatto e il messaggio che è derivato da questa celebrazione, la stessa istituzione chiarisca al più presto le motivazioni e le modalità della concessione della Chiesa Cattedrale, luogo fisico e simbolico della sua azione pastorale in questa città e provincia».

Per il movimento, «tale auspicio è corredato dall’esigenza di un’attenzione severa a tutto ciò che stiamo vivendo da anni in città e dalla convinzione che oggi, ancora di più, non possa essere consentito a nessuno di abbassare la guardia della nostra coscienza civile, oltre che cristiana. Già nel 2007, la Caritas calabra, dopo un convegno sulla ‘ndrangheta, aveva scritto un volume distribuito poi dalla CEI a tutte le diocesi in cui si invitavano i vescovi a stilare un decalogo per i parroci sul comportamento da seguire davanti al rischio di strumentalizzazione delle funzioni religiose. Aggiungiamo che la sentenza della magistratura reggina al processo Gotha ha confermato la pericolosità sistemica e pervasiva della ‘ndrangheta nel nostro tessuto sociale.

Proprio per questo RNT chiede a una istituzione fondamentale per la testimonianza a favore della giustizia e della verità, se di errore o sottovalutazione si sia trattato, che vi sia, a maggior ragione da parte dei responsabili ecclesiastici competenti e a conoscenza della celebrazione svolta, una comunicazione argomentata e circostanziata, nonché una presa netta di distanza da strumentalizzazioni e narrazioni fuorvianti di chi ha richiesto tale celebrazione in Cattedrale, pubblicizzandola come solenne e pubblica attraverso gli abituali manifesti del trigesimo cattolico».

Condividi
Impostazioni privacy
Privacy e termini di Google