giovedì,Maggio 2 2024

Il figlio di sei anni è autistico. Boss al 41-bis autorizzato a vedere il bambino insieme alla moglie

Il bimbo, affetto da disturbi dello spettro autistico piange quando è da solo con il padre detenuto. La Cassazione ha concesso il permesso d'incontro congiunto a tutela del minore

Il figlio di sei anni è autistico. Boss al 41-bis autorizzato a vedere il bambino insieme alla moglie

La Corte di Cassazione ieri pomeriggio ha segnato un precedente importante per quel che concerne la gestione delle visite al regime del carcere duro. Secondo quanto riporta Il mattino infatti, ad un boss di camorra della provincia di Napoli, detenuto al 41-bis, è stato concesso di vedere non solo il bambino ma anche la moglie e ciò perché, il figlioletto di soli 6 anni, è affetto da disturbi dello spettro autistico e piange quando è da solo con il papà.

Così, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dall’Avvocatura dello Stato per conto del ministero della Giustizia e ha concesso da oggi anche alla moglie di varcare la soglia del 41-bis, solo ed esclusivamente per tutelare il minore e la continuità affettiva e familiare del bambino. Una sentenza che sicuramente farà giurisprudenza e che si inserisce appieno nel dibattito sulla riforma delle carceri, sull’ergastolo ostativo e sui permessi premio anche per i mafiosi condannati al carcere a vita o comunque ristretti al 41-bis.

Il bambino è sottoposto da tempo a terapie specifiche per i disturbi neuropsichici e comportamentali che gli impediscono di avere una reazione serena alla vista del papà detenuto al 41-bis, che può incontrare solo una volta al mese, come previsto dalla norma. Le restrizioni previste per i mafiosi ristretti al regime duro consentono solo ai minori di 12 anni di poter varcare la soglia della saletta dei colloqui, ma devono essere soli con il detenuto senza altri familiari. Nel caso specifico però, i particolari disturbi comportamentali riscontrati nel bambino portano il piccolo a piangere immediatamente se si stacca dalla madre. Un caso delicato quindi, che il tribunale di Sorveglianza aveva già vagliato nei mesi scorsi, concedendo alla moglie del detenuto di accompagnare il bambino al di là del vetro divisorio, al fine di permettere al boss di poter abbracciare il figlio senza che piangesse.

Pertanto, la Cassazione – presieduta da Renato Bricchetti – ha ritenuto corretta la valutazione dello stesso tribunale e dunque, in attesa delle motivazioni, il detenuto potrà incontrare il figlio anche in presenza della moglie. In carcere dal 2014, il boss del Napoletano sta scontando un cumulo di pena di una dozzina di anni per vari reati: dall’associazione per delinquere di tipo mafioso al traffico di droga, passando per le estorsioni, con una serie di reati di camorra commessi ancora da minorenne. Elemento di spicco della camorra, fu arrestato proprio pochi mesi prima della nascita del figlio, che ha sempre incontrato con una certa difficoltà una volta mese, perdendo completamente la continuità del rapporto a causa della pandemia. La deroga concessa ieri, potrebbe ora aprire spiragli anche per altri detenuti.

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