Chi è Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace famoso per l’accoglienza dei migranti

Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, si è fatto conoscere in tutto il mondo per il modello di accoglienza dei richiedenti asilo, realizzato nel suo paese e che gli è costato l’arresto, il 2 ottobre del 2018, nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Locri. L’accusa era di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona.

Le accuse

L’indagine contro Lucano e altre 31 persone per presunte irregolarità nella gestione del sistema di accoglienza a Riace, cominciò nel 2016 e nell’ottobre del 2017, gli venne recapitato un avviso di garanzia per truffa aggravata, concussione e abuso d’ufficio. Da quel momento il “sistema Riace” venne analizzato in ogni suo aspetto dagli inquirenti, ma tutte le accuse più gravi a carico di Lucano (una ventina tra cui associazione a delinquere, truffa, concussione e malversazione) decaddero e solo 2 restarono in piedi.

Secondo la Procura, Lucano avrebbe organizzato un matrimonio “di comodo” tra un’immigrata nigeriana e un cittadino italiano. Alla base di questa accusa c’è un’intercettazione telefonica in cui Lucano parla della possibilità che una donna, a cui è stato negato l’asilo tre volte, sia regolarizzata attraverso il matrimonio con un abitante di Riace. Nella conversazione registrata però, non emerge se il matrimonio sia stato in effetti celebrato, né se siano stati riscontrati casi simili. L’altra accusa è l’affidamento diretto di appalti per la raccolta porta a porta e il trasporto dei rifiuti alle cooperative Eco-Riace e L’Arcobaleno, dall’ottobre 2012 fino all’aprile 2016, senza che fosse indetta una gara d’appalto e senza che le due cooperative fossero iscritte nell’albo regionale.

Dall’ordinanza di applicazione della misura cautelare firmata dal gip di Locri, emergono ulteriori elementi. In primis le critiche del gip all’impianto accusatorio costruito dalla Procura, definito «laconico, congetturale, sfornito dei requisiti di chiarezza, univocità e concordanza». Le uniche accuse rimaste in piedi e che giustificavano l’arresto furono il capo d’imputazione provvisoria T (violazione dell’articolo 353 bis del codice penale, turbata libertà degli incanti) per non aver messo a bando gli appalti della raccolta dei rifiuti porta a porta; e l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nell’ordinanza del gip emergevano altri due episodi che sostenevano l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sempre attraverso i matrimoni “di comodo”: uno riguardante il fratello della compagna di Lucano, che poi non è avvenuto, e l’altro una ragazza del Ghana con un abitante di Riace.

Il modello Riace

Riace, che subiva lo spopolamento e rischiava di essere completamente abbandonato, ribaltò il suo destino proprio grazie all’idea di Lucano, di accogliere immigrati che sono stati integrati nella comunità locale. La prima accoglienza di un gruppo di profughi, avvenne a Riace nel luglio del 1998, quando un veliero partito dalla Turchia con a bordo 66 uomini, 46 donne e 72 bambini approdò a cinquecento metri dalle coste di Riace Marina. I profughi venivano dall’Iraq, dalla Turchia e dalla Siria. Erano tutti curdi in fuga dalle persecuzioni politiche. I profughi vennero tutti ospitati in una struttura della curia a Riace Superiore e l’anno successivo Lucano fondò l’associazione “Città Futura”, ispirata al filosofo Tommaso Campanella e dedicata all’accoglienza.

Nel 2001, insieme a Trieste, Riace è stato uno dei primi comuni a partecipare ai progetti per l’accoglienza diffusa, il sistema che in seguito sarebbe diventato il servizio Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati). Del cosiddetto modello Riace si parlò ovunque e Mimmo Lucano, fu inserito nella lista delle 50 persone più influenti del mondo dalla rivista Fortune nel 2016. Il modello Riace prevede che ai richiedenti asilo siano concesse in comodato d’uso le case abbandonate e recuperate del vecchio abitato e che i soldi dei progetti di accoglienza erogati al comune dal governo siano usati per borse lavoro e per attività commerciali gestite dagli stessi richiedenti asilo insieme ai locali. Nell’agosto del 2018, dopo il taglio dei finanziamenti ai progetti di accoglienza da parte del Ministero dell’Interno, Lucano cominciò uno sciopero della fame.

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