Omicidio Femia, i killer del boss di ‘ndrangheta condannati all’ergastolo e a 24 anni

Per l’omicidio del boss di ‘ndragheta Vincenzo Femia, avvenuto a Roma nel gennaio del 2013, è stata confermata la condanna all’ergastolo per Massimiliano Sestito e ridotta a 24 anni e otto mesi quella per Francesco Pizzata, ritenuti i killer del boss.

Sestito e Pizzata vennero arrestati a seguito delle indagini degli agenti della Squadra mobile coordinate dalla Dda di Roma. Il nuovo processo di appello si è celebrato dopo due rinvii della Corte di Cassazione. Per entrambi, il sostituto procuratore generale Francesco Mollace aveva chiesto l’ergastolo.

L’omicidio del boss Femia

Vincenzo Femia, all’epoca dell’omicidio, era ritenuto personaggio di primo piano nella malavita della Capitale, con diversi precedenti penali tra cui associazione mafiosa e appartenenza alla cosca di San Luca, conosciuta per la strage di Duisburg del 2007. Fu trovato morto il 24 gennaio 2013, ucciso con numerosi colpi di pistola mentre era dentro l’auto della moglie. Lo spessore criminale della vittima e le modalità dell’omicidio indussero gli investigatori a ricondurre il delitto a un contesto di tipo mafioso. Tutto rimase però oscuro fino a quando, Gianni Cretarola, diventato collaboratore di giustizia (e per questi fatti giudicato separatamente col rito abbreviato), con le sue dichiarazioni fece luce anche su questo delitto.

Confessò di far parte della cellula ‘ndranghetista e che il reale movente dell’omicidio era da ricollegare i contrasti insorti nella spartizione del mercato della droga nella capitale (160 chili di cocaina colombiana trasportati a Roma dalla Spagna nell’agosto 2012). Il compito del collaboratore (che, oltre a descrivere le modalità dell’azione, indicò i partecipanti e addirittura il numero dei colpi esplosi) era stato quello di accompagnare Femia al posto individuato per l’agguato.

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