Recordare, Report svela: «Informativa allegata per errore e indagine compromessa»

L’informativa su Roberto Recordare fu allegata per sbaglio agli atti dell’inchiesta “Eyphemos”. È quanto emerge dalla puntata di Report, andata in onda pochi minuti fa e che ha raccontato il presunto giro di riciclaggio che sarebbe stato posto in essere dall’imprenditore di Palmi.

Un testimone, opportunamente camuffato, ha raccontato ai microfoni della trasmissione di Rai Tre, come l’informativa che ha svelato l’indagine su Recordare, in realtà fu allegata per un mero errore agli atti del processo, considerato che in quell’indagine Recordare non è neppure indagato. Un errore da parte di un cancelliere o di altro dipendente o qualcosa di più? È questa la domanda che Sigfrido Ranucci si è posto in chiusura di servizio.

Di certo c’è che, come il testimone riferisce, l’aver allegato quell’informativa agli atti di “Eyphemos” ha compromesso un’indagine che doveva rimanere segreta. Non si può dire se sia una compromissione irrimediabile o se vi siano margini per approfondire ulteriormente la vicenda. Di sicuro, però, c’è che Recordare ha avuto conoscenza dell’indagine a suo carico in un momento nel quale non tutti gli accertamenti erano stati compiuti.

L’intervista a Report

Recordare, come già anticipato nei giorni scorsi, ha risposto alle domande di Report, aprendo le porte del suo ufficio. «Spezzo una lancia io a favore della ‘Ndrangheta: facciamo finta – ha detto l’imprenditore a Giorgio Mottola – che tutto sia vero e che io abbia riciclato 500 miliardi. Perché questi 500 miliardi devono essere della ‘Ndrangheta e non di tutte le mafie del mondo? Posso fare un reato a nome mio e non avere il brand della ‘Ndrangheta? Ma perché sono calabrese devo essere ‘ndranghetista? Io voglio essere autonomo. Se faccio un reato voglio farlo a nome mio».

Fra i documenti mostrati da Report, vi è un titolo da 36 miliardi di dollari certificato dalla banca nazionale danese, che fa riferimento a un fondo degli Emirati Arabi. Sul ruolo di Recordare, lui chiarisce: «Io sono un tecnico. Qui bisognerebbe entrare e spiegare ed è consulenza». Ma di chi sono questi soldi? «Se c’è un problema su questo che vadano alla banca a chiedere di chi sono. Il nocciolo della situazione è: questi fondo sono leciti o illeciti? Se sono di fonte illecita, andate a prenderli». Il punto nodale è però un altro: Recordare sarebbe stato in contatto lavorativo con una banca del Tagikistan, operazione che, ad avviso di un esperto docente di antiriciclaggio, assicurerebbe ancora maggiori garanzie, in termini di impenetrabilità, rispetto ai più noti paradisi fiscali. Insomma, si sarebbe su un altro livello. A tal punto da potersi permettere di apporre la sua foto su un documento d’identità che riporta le generalità di un uomo morto decine di anni prima. Fatto che Recordare ha ammesso davanti alle telecamere, dopo un iniziale tentennamento.

Le telecamere di LaC da Recordare

Una vicenda, quella dell’imprenditore di Palmi, di cui si erano già occupate le telecamere di LaC. Ma in quell’occasione, nonostante un lungo appostamento da parte di Agostino Pantano e Michele Porcelli, Recordare decise di non parlare con il nostro network perché, a suo dire, vi sarebbe dovuta essere una interlocuzione preventiva, ben prima di pubblicare l’articolo che lo riguardava. 

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