Il giudice affida la figlia alla madre. Il padre la sottrae e si rende irreperibile

Con il decreto di affidamento della bambina pensavamo si fosse chiusa definitivamente la storia di Samantha, donna vittima di violenza (una storia che aveva commosso i lettori) e che, dopo anni di sopraffazioni, aveva coraggiosamente deciso di denunciare il suo carnefice.

E invece no perchè il papà, prima che la madre potesse raggiungere la piccola, sembra si sia reso irreperibile portando via anche la bambina. Sono ore di disperazione quelle che in questo momento sta vivendo Samantha, in attesa di avere notizie della piccola.

L’avvocato Massimo Bambara, legale di Samantha, chiarisce: «Siamo costernati da quanto avvenuto; eravamo molto soddisfatti dell’esito del reclamo in appello che, a nostro avviso, aveva finalmente sanato una situazione iniqua che stava penalizzando una bambina di tre anni, privata per un anno e mezzo dell’affetto di sua madre. L’attuale situazione, tuttavia, ci preoccupa non poco. Stiamo lavorando per risolvere il caso con esito positivo per la piccola e per la madre, ma abbiamo bisogno del contributo di tutte le autorità ed anche della gente comune. A breve, qualora questa situazione dovesse permanere ed il padre della minore non decidesse spontaneamente di riportare la bambina a casa di sua madre, sarà nostra cura chiedere al pubblico ministero di diffondere il nome e le foto segnaletiche di quest’uomo che è a tutti gli effetti un persona che stanno cercando territorio italiano».

L’avvocato ripercorre le tappe di questa triste storia, a partire dalla denuncia per maltrattamenti «Da quel giorno, Samatha non ha più potuto vedere la bambina che, un provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Bologna, aveva collocato precedentemente presso i genitori del suo ex compagno. La fine della relazione è diventata una spada di Damocle per Samantha che ha dovuto intraprendere una battaglia legale che è durata un anno e mezzo.

Finalmente, da pochi giorni, Samantha ha ottenuto la sua vittoria: la Corte d’Appello di Catanzaro, in accoglimento di un reclamo proposto dal suo legale contro un precedente provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, con un Decreto del 25 ottobre, ha disposto la collocazione della minore presso la casa della madre, a Gallarate.

La gioia per la decisione della Corte d’Appello è stata molto breve per Samantha, perché l’ex compagno, nonostante quanto previsto dal Decreto, ha scelto di non consegnare la bambina alla madre e di mettere in atto una serie di condotte che si pongono al di fuori del perimetro della legalità. Qualche giorno dopo il provvedimento l’uomo è andato a prendersi la bambina a casa dei genitori (che colpevolmente, gliel’hanno consegnata senza avvisare la madre) e l’ha portata a Modena. Dal 30 ottobre al 5 novembre, Samantha ha provato a farlo ragionare telefonicamente, invitandolo ad andare a Gallarate ed a consegnargli la minore.

Soltanto il 5 novembre l’uomo si è determinato a farlo ma, una volta giunto a Gallarate, si è arrabbiato con Samantha perché la stessa non si trovava a casa ed ha deciso, di sua sponte, di tenere la bambina con sé e di sottrarla alla madre. A nulla sono valsi i richiami del Servizio Sociale del Comune di Mileto (ultimo affidatario della minore prima della decisione della Corte d’Appello), del Servizio Sociale del Comune di Gallarate o le chiamate delle forze di polizia, alle quali l’uomo ha sempre risposto con menefreghismo, autoproclamandosi superiore alla legge ed ai provvedimenti dei Tribunali.

Samantha è stata costretta a denunciare l’ex compagno per sottrazione di minore e per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. La donna sta aspettando notizie della bambina, perché l’ex compagno non le risponde più al telefono e si dichiara determinato a non portare la piccola a sua madre. Le autorità sono state avvertite e stanno cercando quest’uomo. Il livello di allarme è molto alto, sia perché c’è di mezzo una bambina, sia perché sono noti i precedenti penali del soggetto».

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