Caso Lucano, quella sentenza che divide intellettuali e giornalisti

Una sentenza che divide. Le motivazioni con cui il tribunale di Locri ha inflitto 13 anni e 2 mesi di reclusione all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano per illeciti sulla gestione dell’accoglienza ai migranti nel borgo della Locride stanno facendo discutere. Secondo i giudici di piazza Fortugno «Lucano, dopo aver realizzato l’encomiabile progetto inclusivo dei migranti – si legge in uno dei passaggi salienti – che si traduceva nel cosiddetto Modello Riace, invidiato e preso ad esempio da tutto il mondo, essendosi reso conto che gli importi elargiti dallo Stato erano più che sufficienti, piuttosto che restituire ciò che veniva versato, aveva pensato di reinvestire in forma privata gran parte di quelle risorse, con progetti di rivalutazione del territorio, che, oltre a costituire un trampolino di lancio per la sua visibilità politica, si sono tradotti nella realizzazione di plurimi investimenti».

E mentre gli avvocati Giuliano Pisapia e Andrea Daqua sostengono che «Il Tribunale di Locri, pur di condannare Lucano, abbia disatteso perfino le Sezioni Unite della Cassazione in tema di utilizzabilità delle intercettazioni», il dibattito nell’opinione pubblica è vivo. Tra i più fedeli sostenitori di Lucano c’è il missionario comboniano Padre Alex Zanotelli. «Ero in tribunale al momento della lettura del dispositivo della sentenza, e adesso che sono state rese note le motivazioni sono ancora più perplesso. Cosa ha fatto di talmente grave per meritarsi 13 anni di carcere? – si chiede Zanotelli – Tutto quello che ha fatto lo ha fatto per far rinascere il suo paese. Ho chiesto che ci sia un’indagine parlamentare sulla Prefettura di Reggio Calabria, da dove è partito tutto. E rivolgo un appello al Ministro della Giustizia Marta Cartabia affinchè avvii un’investigazione sulla Procura di Locri. A me questa sentenza puzza, e queste motivazioni sono inaccettabili».

C’è però anche chi, come Goffredo Buccini, inviato del Corriere della Sera e profondo conoscitore della realtà calabrese, la pensa diversamente. «La sentenza di Locri contro Mimmo Lucano dice di peggio, nelle motivazioni, di quanto avesse detto a settembre nella pur pesante condanna a tredici anni e due mesi – sostiene Buccini – Perché non si limita a spiegare quello che a molti era apparso un verdetto di durezza smisurata: sfigura il mito che in questi anni una certa intellighenzia e tanta sinistra radicale a corto di simboli hanno edificato attorno all’ex sindaco di Riace e alla sua Città del Sole. Ciò che resta senza appello è una certa idea d’accoglienza, da campeggio libero: l’illusione che per gestirla basti spalancare le braccia. I guai di Riace, col loro carico di menzogne e retorica, mostrano come certi abbracci possano nascondere zone d’ombra dove qualsiasi mala gestione è possibile; come all’accoglienza vera servano mente fredda e rendicontazione certa, se non si vuole dar fiato alla peggiore propaganda xenofoba».

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