Processo “Theorema – Roccaforte”, sei condanne e due assoluzioni

Si è concluso con sei condanne per oltre mezzo secolo di carcere e due assoluzioni, il primo atto del processo “Theorema – Roccaforte”, che vede alla sbarra alcuni esponenti del clan Libri. Il Tribunale presieduto dal giudice Fabrizio Forte (a latere Berardi e Me) ha accolto quasi in toto le richieste formulate dai pm antimafia Stefano Musolino e Walter Ignazitto, condannando Stefano Sartiano a 17 anni di reclusione; Domenico Pratesi a 13 anni e 6 mesi; Domenico Sartiano a 13 anni; Saverio Nocera a 3 anni; Maria Chirico a 3 anni e Caterina Angela Stivilla a 2 anni e 6 mesi. Assolti invece, Leandro D’Ascola, difeso dall’avvocato Saverio Gatto, e Angela Pirrello, difesa dall’avvocato Carmelo Chirico.

Nel processo, le ipotesi di reato andavano a vario titolo dall’associazione di tipo mafioso all’estorsione, dalla detenzione illegale di armi aggravata dal metodo mafioso all’intestazione fittizia di beni, violenza privata e altro ancora. L’indagine sulle nuove leve dalla cosca Libri, coordinata dalla Dda, si è mossa dall’imposizione del pizzo, mettendo in luce una visione mafiosa «dinamica e moderna», dettata dal cambio di marcia voluto dal reggente Filippo Chirico (genero del boss Pasquale Libri, da cui ereditò il comando dopo la sua morte nel 2017), già condannato a 19 anni, nel filone abbreviato del processo “Theorema – Roccaforte”, già definito anche in secondo grado dalla Corte d’Appello reggina.

Nell’inchiesta viene contestato al clan Libri di fare affari con i centri delle scommesse sportive, senza lasciare spazio a nessuno, nemmeno al boss pentito dei giochi on line Mario Gennaro, che «non poteva mettere piede a Cannavò». Complessivamente sono 22 gli imputati del processo “Theorema – Roccaforte”, che avrebbero avuto un ruolo nella ‘ndrina di Cannavò.

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