Morte Madalina, qualcosa si muove nelle indagini. La madre ricevuta dal pm

Una treccia di lunghi capelli castano ramato, morbidi e lucenti. Sono i capelli di Madalina Pavlov, la giovane romena, ventunenne trovata senza vita a Reggio Calabria il 21 settembre del 2012. Dieci anni di silenzi sulla storia di una morte dentro la quale si celano tanti misteri.

L’incontro col pm

Qualche giorno fa Gabriella Cutulencu, madre della ragazza, accompagnata dal suo legale, l’avvocato Giuseppe Gentile del foro di Reggio Calabria, è stata ricevuta in Procura dal pubblico ministero Domenico Cappelleri, che si occupa del caso. Perché, ricordiamo, le indagini sul decesso della giovane, avvenuto con modalità non chiarite, restano aperte. Si cerca un colpevole, si cerca qualcuno che sa come Madalina, piena di vita, fresca di patente possa essere finita invece cadavere ai piedi del palazzo di via Buozzi.

Quella stessa treccia di bambina, Gabriella l’ha deposta con delicatezza sul tavolo del pm. «Qui c’è il ricordo di mia figlia – racconta, mostrandoci l’involucro – una parte del corpo che chiede giustizia ed il suo dna, se dovesse servire. La treccia vien dove vado io, Madalina è con noi e resterà con noi fino alla fine. Io lotterò per sapere la verità. Sono stata contenta di essere ricevuta dal pm, mi ha ascoltata ed ha avuto tanta pazienza. Ho fatto alcune domande che riguardano il passato, ho cercato di capire perché le indagini sono partite col piede sbagliato».

«Le indagini vanno  a pieno regime, grazie anche al Crime Analyst Team formato da Mary Petrillo, psicologa e criminologa, coordinatrice nazionale, Rossana Putignano, psicoterapeuta, responsabile divisione Sud e Aida Francomacaro, psicoterapeuta esperta in psicologia forense – puntualizza Gentile – le cose si muovono e siamo contenti di questo. Anche la difesa sta svolgendo delle indagini per chiudere il cerchio della vicenda». La storia di Madalina tra qualche giorno sarà di nuovo protagonista nella tv nazionale con la partecipazione, lunedì mattina, a Storie italiane.

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