lunedì,Giugno 17 2024

Mafia e droga, 86 misure cautelari tra Sicilia e Calabria

Il blitz scattato alle prime luci dell'alba. Contestate anche infiltrazioni nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli e sfruttamento della prostituzione. Cosa nostra gestiva il business dei locali notturni

Mafia e droga, 86 misure cautelari tra Sicilia e Calabria

La lunga mano della mafia nel mercato ortofrutticolo e nel business dei locali notturni. È l’ipotesi investigativa su cui si è sviluppata l’inchiesta che ha portato, questa mattina, all’accusa nei confronti di 86 persone finite nel blitz dei carabinieri di Messina.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Messina, ha riguardato le province di Messina e Reggio Calabria, dove i militari dell’Arma hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare agli 86 indagati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegale di armi, incendio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante del metodo mafioso.

Il blitz è il risultato di un’inchiesta condotta dal 2018 ad oggi sulla famiglia mafiosa dei “barcellonesi”, storicamente radicata nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto (Me). Il clan, secondo quanto sostengono gli inquirenti, sarebbe stato capace di esercitare un costante tentativo di infiltrazione in attività imprenditoriali ed economia lecita, sia nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli (attraverso l’acquisizione di imprese intestate a prestanomi o imponendo, con metodo mafioso, la fornitura dei prodotti), sia nel business dei locali notturni del litorale tirrenico.

Il clan avrebbe imposto alle discoteche, con la violenza e le intimidazioni, i servizi di sicurezza e sarebbe intervenuto per condizionare i titolari dei locali nella gestione delle loro attività. L’inchiesta secondo gli investigatori ha confermato, inoltre, quanto sia ancora forte la pressione del racket su imprenditori e commercianti e l’interesse della cosca per lo storico business della droga.

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