di Luana Costa – Dovranno comparire il prossimo 28 giugno dinnanzi al gup del Tribunale di Catanzaro i 33 imputati per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito del procedimento scaturito dall’inchiesta istruita dalla Dda su un presunto traffico illecito di rifiuti all’interno del campo rom di località Scordovillo a Lamezia Terme. Tutti rispondono a vario titolo di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, di furto aggravato e violazione di sigilli.
L’inchiesta scattata all’alba del 18 giugno scorso e messa a segno dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro aveva consentito, infatti, di acquisire elementi volti a documentare l’esistenza, all’interno del campo Rom, di una vera e propria realtà imprenditoriale che, in violazione delle norme di settore, era dedita alla raccolta e al trasporto di rifiuti verso ditte specializzate nella preparazione e riciclo di rottami ferrosi che, a loro volta, ricevevano illecitamente i carichi conferiti.
Complessivamente sono 33 gli imputati per i quali la Procura di Catanzaro ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio e 4 le imprese. Nello specifico, si tratta di:
La principale accusa risiede nella gestione abusiva dei rifiuti che sarebbe consistita nel ridurre i costi aziendali per procedere allo smaltimento degli stock di rifiuti attraverso l’apposita costituzione di società o l’utilizzo di altre già costituite ma con procedure scorrette, ad esempio, l’irregolare impiego dei formulari. L’inchiesta si è ulteriormente allargata, rispetto ai 29 indagati originari adesso quelli per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio sono 33 oltre a 4 società.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Nunzio Raimondi, Giuseppe Notarianni, Domenico Villella, Paola Bilotti, Pietro Chiodo, Massimo Sereno, Roberto Sorrenti, Giuseppe Zofrea, Massimiliano Carnovale e Mario Murone, Leopoldo Marchese, Giuseppe Fonte, Valerio Murgano e Giuseppe Vetrano.