sabato,Aprile 27 2024

INFERNO DI PIOGGIA | Lungomare di Scilla devastato, una storia che si ripete

Ieri una nuova alluvione. Dopo quella di cinque anni fa. Solo danni alle cose e nessun ferito. Ma ogni volta si sfiora la tragedia

INFERNO DI PIOGGIA | Lungomare di Scilla devastato, una storia che si ripete

È stato un brutto risveglio quello di ieri mattina non solo per i residenti ma anche per i tanti turisti che come ogni anno affollano Scilla, una delle perle della Calabria, colpita da un maltempo violento e improvviso che l’ha letteralmente flagellata. Un’imponente massa d’acqua accompagnata da raffiche di vento, è scesa dal costone che sovrasta la zona marina e ha invaso le strade trascinando nel fango auto e detriti, che hanno creato notevoli disagi alla bella cittadina affacciata sul promontorio dello Stretto. Le strade sono state invase in pochi minuti e sono stati registrati danni ad alcune abitazioni e sul lungomare.

Straripato il fiume Livorno

La pioggia caduta abbondante ha provocato lo straripamento del canale Livorno e la colata di fango si è riversata fino al lungomare della Marina Grande, trascinando con sé qualsiasi cosa si trovasse lungo il percorso. Molte auto, sia quelle parcheggiate che quelle in circolazione, sono rimaste bloccate. Oggi che la situazione è quasi tornata alla normalità – grazie al pronto intervento dell’Amministrazione comunale, dei Vigili del fuoco, della Protezione civile, di Calabria verde e di molti cittadini – si fa la conta dei danni registrati alle attività commerciali e ai residenti, dal momento che gli allagamenti hanno interessato anche diverse abitazioni.

Le rassicurazioni del sindaco Ciccone ai turisti

Attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook intorno alle 22 di ieri sera, il sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone ha annunciato il ritorno alla normalità e postando anche le foto di come si presentava Scilla subito dopo l’alluvione e quelle post pulizia di strade e lungomare, ha voluto rassicurare i turisti che vorranno scegliere Scilla quale meta delle loro vacanze. «Non tenete conto delle immagini delle varie televisioni che hanno mostrato un paese devastato perché non lo è più – ha scritto il primo cittadino -. Abbiamo sistemato tutto e domani (oggi per chi legge) al risveglio il paese si mostrerà nel suo solito splendore, pronto ad accogliervi».

I precedenti

Non è la prima volta che Scilla deve fare i conti con i danni causati dal maltempo. L’ultimo disastro risale a cinque anni fa, esattamente al 16 luglio del 2017, quando un nubifragio molto simile a quello verificatosi ieri mattina, colpì il borgo. Sulla costa, in un’ora, caddero allora 83mm di pioggia, ma sulle colline che la sovrastano si segnalarono accumuli di 120 mm: un quantitativo esagerato, che provocò un vero e proprio disastro. Inoltre, alcuni giorni prima, le montagne di Scilla erano bruciate per gli incendi, rendendo il suolo molto più debole e fragile. Peraltro, l’abbassamento improvviso delle temperature dopo i picchi di gran caldo di quell’estate crearono uno “shock” termico che provocò il fenomeno estremo, per quella che comunque è da sempre una delle località mediterranee più esposte ai fenomeni naturali più violenti. Allora come oggi fortunatamente non ci sono state vittime, ma il pericolo è sempre in agguato.

L’allarme del geologo Petrucci

Secondo l’allarme lanciato nel 2012 dal geologo Giampiero Petrucci infatti, Scilla risulta soggetta a eventi catastrofici. «Non passa inverno in cui precipitazioni particolarmente abbondanti provochino smottamenti, frane, cadute di massi dai versanti – affermava Petrucci -. La chiusura dell’autostrada A3, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2009, è la testimonianza più lampante. Senza dimenticare i numerosi massi, anche di dimensioni metriche, che talora cadono sulla statale 18, nel tratto Santa Trada-Capo Pacì, dove inutilmente alcune reti in ferro tentano di trattenere le pietre.
Il dissesto idrogeologico del paesaggio scillese è evidente e ben visibile: basta guardare le ferite generate da movimenti franosi lungo i valloni dei torrenti Livorno e Monacena». Lo stesso invitava poi alla prevenzione, sottolineando che «questa realtà, per quanto sconcertante e scomoda, deve essere accettata da tutti ma non passivamente. Soprattutto dovrebbe portare ad un’attenta riflessione coloro che dovrebbero salvaguardare i cittadini e prevenire i rischi naturali. Siamo tra i migliori nel “dopo-evento” ma non sappiamo ridurre i rischi».

top